Maddalena Calderone scomparve da Puri (India) l’1 dicembre del 1995: della ragazza, recatasi in Asia con il fidanzato, non si ebbe mai più notizia. La sua è una storia avvolta da un macabro mistero.
Maddalena Calderone – originaria di Novi Ligure- partì per l’India, nel lontano novembre del 1995, in compagnia del suo fidanzato, Claudio Fabris. La coppia, insieme da 3 anni e convivente sull’Isola d’Elba, ad una settimana dal suo arrivo a Nuova Delhi, si divise. Il ragazzo, per ragioni di studio, proseguì da solo il suo viaggio. Maddalena, invece, iniziò la sua villeggiatura da turista spostandosi in diverse città indiane, tra cui Puri. È proprio da questo luogo che ha inizio la macabra e triste vicenda che ad oggi ancora presenta oscuri punti.
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La scomparsa di Maddalena Calderone è un caso intricato, segnato da un macabro episodio. Il ritrovamento di un corpo decapitato su una spiaggia con un segno particolare riconducibile alla ragazza, ma un esame del DNA che non ne confermò la corrispondenza. Ma prima di parlare di questo è necessario fare un passo indietro, e comprendere cosa sia accaduto nel dettaglio.
Come anticipato Maddalena e Claudio, suo fidanzato, il 18 novembre del 1995 partirono per l’India. Ad una settimana dal loro arrivo, il ragazzo per motivi di studio proseguì il suo viaggio da solo. La giovane, allora, iniziò un tour del paese asiatico, visitando le più importanti città. Tra queste Puri, un luogo sacro per la religione induista, sita a sud di Calcutta. Proprio dopo il suo arrivo nel golfo del Bengala, di Maddalena si persero le tracce. Claudio, preoccupato per le sorti della compagna con la quale non riusciva più a mettersi in contatto si precipitò a Puri intorno alla seconda metà del mese di gennaio.
Il ragazzo incontrò sul posto numerose persone che gli confermarono il passaggio della sua fidanzata. Uno di questi testimoni, però, gli parlò di un macabro ritrovamento. Proprio quello di cui parlavamo poc’anzi: quello di un corpo di donna nudo e decapitato. Dai tratti del cadavere riconducibile ad una persona di etnia occidentale. La paura, a quel punto, assalì Claudio il quale si precipitò presso la stazione di polizia locale. Al commissariato gli vennero mostrate delle foto del corpo rinvenuto in spiaggia. In particolare fu sottoposto alla sua attenzione un dettaglio: un tatuaggio impresso sul seno destro della vittima. Si trattava di una farfalla proprio come ce l’aveva Maddalena.
A quel punto il giovane confermò alla polizia trattarsi della sua fidanzata. Il riconoscimento, tuttavia, avvenuto esclusivamente tramite foto e senza che gli venisse concessa la possibilità di vedere il cadavere insospettì Claudio il quale decise di rivolgersi all’ambasciata italiana. Grazie all’aiuto del consolato sul giornale più noto d’India venne pubblicato un appello. Fatto rientro in Italia, il ragazzo si sarebbe messo in contatto con i familiari della ragazza, raccontando quanto fosse accaduto.
Una notizia sconvolgente che spinse la famiglia, considerati i numerosi dettagli poco chiari della vicenda, a rivolgersi alla nota redazione Rai di Chi l’ha visto?. Il programma, iniziò ad occuparsi del caso nell’aprile del 1996 e tramite le sue indagini emersero punti ancora più oscuri. In particolare spuntò una firma di Maddalena sul registro di un albergo. Il proprietario della struttura confermò di aver visto la ragazza. Ed ancora, sentito il direttore dell’Istituto di medicina legale, pare che il cadavere rinvenuto presentasse quale unico segno particolare il tatuaggio. In realtà, riferì la famiglia di Maddalena, la giovane aveva anche due importanti cicatrici: una sul ginocchio ed una all’altezza dell’appendicite di cui era stata operata. Ma anche le altezze tra Maddalena ed il corpo decapitato non corrispondevano.
A parte ciò, la redazione riferì anche che un gruppo di turisti italiani a Puri, incrociò una donna che molto somigliava a Maddalena la quale si accompagnava ad un ragazzo. A rendere nitido il ricordo un particolare: secondo i testimoni la giovane li avrebbe salutati dicendo loro “ciao”. Ma la prova schiacciante del fatto che non si trattasse di Manuela sarebbe giunto dal test del DNA: all’esito della comparazione venne esclusa la corrispondenza tra il cadavere sulla spiaggia e la giovane scomparsa.
Ad eseguire gli esami furono i professori Pascali e Doboz dell’Istituto di medicina legale dell’Università Cattolica di Roma, i quali considerato il pessimo stato di conservazione hanno dovuto ripetere gli esami per ben quattro volte.
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Se fortunatamente venne, quindi, esclusa una corrispondenza, per la famiglia si trattò in ogni caso solo di una mezza vittoria, considerato che ad oggi di Maddalena, comunque, non si sa ancora nulla.
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