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Scomparsi | Fabrizio Catalano, il mistero del ragazzo che sognava di diventare un Oss

Fabrizio Catalano è scomparso da Assisi (Perugia) il 21 luglio del 2005: del giovane, molto religioso ed ampiamente impegnato nel sociale non si è avuta più alcuna notizia.

Fabrizio Catalano (screenshot Chi l’ha visto?)

Era residente a Collegno, in provincia di Torino, Fabrizio Catalano. Scomparso quando aveva 19 anni da Assisi (Perugia), del giovane non si è avuta più alcuna notizia. Ma come mai si trovava nel piccolo centro umbro? Fabrizio era un ragazzo  molto religioso e dedito al volontariato. Quando svanì era iscritto ad un corso abilitante per divenire un OSS (Operatore socio-sanitario), mentre ad Assisi seguiva un corso della durata di 4 anni di musicoterapia.

Il 25 luglio del 2005, però, non si recò a lezione e da quel momento si perse ogni sua traccia. Parve sin da subito strano ad amici e familiari che il giovane fosse sparito senza fornire alcuna spiegazione. Soprattutto, in virtù del fatto che aveva già dei piani per il futuro. In particolare sarebbe dovuto partire di lì a breve per due viaggi di piacere: uno con la famiglia ed uno con gli amici. Non solo, in casa vennero ritrovate tutte le sue cose, compreso il cellulare e gli occhiali.

Il suo caso ad oggi è ancora aperto, la famiglia nonostante i 16 anni trascorsi non smette di cercarlo. Ma cosa è successo a Fabrizio?

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Fabrizio Catalano, scomparso da Assisi il 25 luglio del 2005

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Un giallo quello della scomparsa di Fabrizio Catalano, il giovane di 19 anni scomparso da Assisi il 25 luglio 2005. Del ragazzo, che quel maledetto giorno non si presentò alla lezione del suo corso di musicoterapia non si seppe più nulla. All’interno del suo alloggio tutti i suoi effetti personali: una circostanza che sin da subito escluse l’ipotesi di un allontanamento volontario. Ma cosa è successo a Fabrizio, ragazzo devoto alla fede ed attivissimo nel sociale?

Il mistero sulla sua scomparsa si infittisce quando in un percorso lontano dal centro, noto come “Sentiero di San Francesco” venne rinvenuto il suo zaino con all’interno i suoi documenti d’identità. Proprio in quella zona, inoltre, una donna riferì di averlo visto il 22 luglio, un venerdì, e di aver dato lui dell’acqua e due pomodori.

Non solo, un’amica di Fabrizio raccontò che il ragazzo l’aveva chiamata il 19 luglio, sei giorni prima della scomparsa, per dirle che gli era capitata una cosa bellissima. Secondo le dichiarazioni della giovane, Fabrizio le avrebbe detto: “Mi è successa una cosa bellissima… ho trovato la strada con l’aiuto del buon Signore”. Una frase che con molta probabilità era legata ad un percorso spirituale portato avanti dal giovane.

All’esito di tale dichiarazione ed a conoscenza della grande fede del figlio, la madre di Fabrizio scrisse a tutti gli istituti religiosi della zona. Per la donna poteva essere plausibile l’ipotesi che il figlio avesse potuto rivolgersi ad uno di loro. Purtroppo ricevette solo tre risposte, ma nessuna utile a risolvere il caso.

Una ricerca così tenace che in alcuni casi ha addirittura condotto la famiglia a scoprire che alcune realtà religiose in verità erano delle sette. Ma allora, è possibile che Fabrizio possa essere caduto nella rete di una di queste? Queste sono domande a cui ancora oggi non è stata data risposta.

Nel 2012 la Procura della Repubblica decise di archiviare il suo fascicolo. Nonostante ciò i genitori di Fabrizio non si sono arresi. Le loro ricerche sono continuate. Anche un libro è stato scritto sulla sua scomparsa “Cercando Fabrizio storia di un’attesa senza resa”, nonché istituito un premioCaro Fabrizio, ti racconto” un contest di narrativa aperto a tutti coloro i quali vogliono esprimersi sul tema del “ritorno”.

Non poche sono state le critiche mosse dalla famiglia sulla conduzione delle indagini. In particolare sui tempi: pare, infatti, che la macchina si sia attivata sette mesi dalla scomparsa. Inoltre, anche il contatto con i media sarebbe stato cercato esclusivamente da loro. I genitori di Fabrizio investirono anche la redazione di Chi l’ha visto? La quale si occupò molto del caso.

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La madre del 19enne ha anche sottolineato come non vennero sentiti né gli artisti di strada che suonavano con lui né tantomeno le persone che condividevano con lui l’appartamento.

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