Elisa Claps scomparve improvvisamente il 12 settembre del 1993. Il suo corpo verrà ritrovato solo 17 anni dopo
Elisa Claps era una studentessa al liceo classico di Potenza. Quella domenica di settembre avrebbe dovuto trascorrerla in famiglia, nell’abitazione di campagna. Aveva concordato con Gildo, suo fratello, di vedersi intorno all’ora di pranzo. Prima, infatti, Elisa si sarebbe dovuta recare in chiesa, quella della Santissima Trinità, con una sua amica.
Ma la ragazza aveva appuntamento anche con un ragazzo, Danilo Restivo: questi, le aveva promesso un regalo e si erano messi d’accordo per vedersi proprio quel giorno. Allontanatasi dall’amica, Elisa entra in chiesa con il ragazzo e, da quel momento, non la rivedrà più nessuno.
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Intorno alle 14, la famiglia Claps comincia ad allarmarsi: Elisa non si trova da nessuna parte e si avvicendano le ipotesi intorno alla scomparsa. Nel frattempo, la famiglia Claps tira in ballo anche il nome di Danilo Restivo: un ragazzo alquanto insistente che corteggiava Elisa ormai da tempo.
Lo stesso ragazzo che, quel pomeriggio, si recherà in pronto soccorso per farsi medicare le ferite sulla mano. Ai medici racconterà di essere caduto e agli inquirenti di aver, effettivamente, incontrato Elisa e di averla vista uscire dalla chiesa poco dopo. Nonostante fosse privo di un alibi convincente nel lasso di tempo a cui si riconduceva la scomparsa di Elisa, su Danilo Restivo non si indagherà oltre; né sarà possibile perquisire la chiesa poiché il parroco era fuori città.
Gli anni passavano e Restivo, nel frattempo, si trasferirà in Inghilterra. L’abitudine di tagliare delle ciocche di capelli alle ragazze proseguiva e sarà proprio quella a confermare il coinvolgimento di Restivo nell’omicidio di una sarta, Heather Barnett. E’ il 2010 quando sarà accusato di omicidio e condannato, in seguito, all’ergastolo; nello stesso anno, i resti di Elisa saranno rinvenuti nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Danilo Restivo l’avrebbe colpita 13 volte con “un’arma da punta e taglio” in seguito ad un rifiuto di avances a sfondo sessuale.
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Nel 2011 anche in Italia arriva la sentenza di colpevolezza per omicidio volontario aggravato. Restivo sarà condannato a 30 anni nei tre gradi di giudizio, la pena massima attribuibile poiché, molti dei reati ascrivibili, già prescritti. Molti però sono ancora i misteri che avvolgono la vicenda. Si ritiene, infatti, che il corpo di Elisa in realtà sia stato ritrovato anni prima e che non sia stato possibile venirne a conoscenza a causa dell’omertà di chi evidentemente sapeva. Dubbi, ancora, anche nei confronti della famiglia Restivo alla quale il comportamento “preoccupante” tenuto da Danilo non era di certo sconosciuto.
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