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Televisione

Chi l’ha visto, Denise Pipitone: le intercettazioni che nascondono la verità

Durante la puntata del 28 aprile 2021 di Chi l’ha visto, il programma di Rai 3 condotto dalla giornalista Federica Sciarelli, ci sono nuovi elementi sul caso della scomparsa di Denise Pipitone il primo settembre di 17 anni fa dalla casa della nonna a Mazzara Del Vallo in provincia di Trapani.

Spuntano documenti inediti circa la scomparsa di Denise Pipitone. Dopo il caso di Olesya Rostova, la ragazza che aveva lanciato un appello in un programma televisivo russo per trovare la sua mamma, si torna a scavare.

La mamma di Denise Piera Maggio, difesa dall’avvocato Giacomo Frazzitta, cerca in tutti i modi di fare luce sulla scomparsa della sua bambina.

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Denise Pipitone: le indagini continuano

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In collegamento dallo studio di Mazzara Del Vallo del suo avvocato Giacomo Frazzitta c’è Piera Maggio che interviene dopo che negli scorsi giorni Gennaro Spinelli dell’unione delle comunità rom e sinti in Italia si era ribellato contro lo stereotipo che “i rom rubano i bambini“.

Io non ha mai detto che i rom rubano i bambini“, ha dichiarato Piera Maggio. Federica Sciarelli però torna sulla foto che ha scattato la guardia giurata 16 anni fa quando aveva visto una bambina molto somigliante a Denise vicino a una donna rom.

Noi abbiamo ascoltato il presidente che raggruppano i Rom e i Sinti che farà un appello“, dice la conduttrice. La foto riproposta però pare che abbia alimentato una sorta di odio nei confronti di questo popolo.

Sui nostri canali social sono arrivati decine di messaggi – dice Gennaro Spinelli dell’unione delle comunità rom e sinti in Italia – che vedono tartassate le nostre comunità. Non si tratta di criminali ma di gente comune. La gente attacca e scrive chiedendo di restituire Denise Pipitone. Lo stereotipo che gli zingari rubano i bambini è così comune. Come spieghiamo ai nostri bambini che non sono sbagliati?“.

Luoghi comuni che creano trambusto. “I rom non hanno rubato Denise sotto casa – dice Piera Maggio – mi dispiace e nessuno deve attaccare la comunità rom. Non è giusto che questo venga fatto. Noi abbiamo parlato sempre di un possibile passaggio ma non abbiamo mai detto che i rom hanno sequestrato Denise“.

Piera Maggio poi interviene chiedendo il perché non sono mai state trovate la bambina e la donna della foto della guardia giurata nonostante il lavoro fatto a Milano nel 2004. “Non è normale tutto ciò“, ha detto. “Io vado incontro ai rom – continua Piera Maggio – sostenendo che la violenza va sempre stigmatizzata ma è pur vero che noi abbiamo una risposta che manca. Dopo 17 anni non abbiamo risposte su questo nucleo che allora è stato visto dalla guardia giurata“.

Gennaro Spinelli dopo aver visto il video della guardia giurata risponde a Piera Maggio che la aiuterà. “Abbiamo solo questo fotogramma – dice Gennaro Spinelli – però è probabile che questa donna non sia rom perché non ci sono orecchini, collane, bracciali. A primo impatto non mi sembra rom perché per i rom ‘tanto oro, tanto onore’. Questo è un tratto culturale essenziale. Perché dovrebbe essere rom?“.

Se questa donna fosse stata rom magari non ha visto il video“, continua Gennaro Spinelli che si rende disponibile ad aiutare Piera Maggio attraverso le pagine social della comunità, diffondendo il video in modo tale che se la donna dovesse riconoscersi può farsi avanti.

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Non vi garantiamo il risultato – dice Gennaro Spinelli – perché come io penso le donne di etnia rom di una certa età non stanno lì a guardare il telefono o la tv. Ancora oggi purtroppo vivono in quei campi“.

Piera Maggio risponde a Gennaro Spinelli che non è vero che la donna non si è potuta riconoscere perché all’epoca gli investigatori andavano direttamente nei campi rom a parlare con la gente. “E’ stato fatto un lavoro certosino per vedere chi fosse quel gruppo ma nessuno ha parlato“.

Alla mamma di Denise Gennaro Spinelli rivolge un messaggio affettuoso “una donna che combatte eroticamente per trovare sua figlia e noi della comunità romanés la aiuteremo ma siamo sicuri che la nostra comunità non c’entra niente“.

L’intercettazione: l’interpretazione dei carabinieri e quella della Procura

I fari sono spuntati su un’intercettazione che vede protagoniste Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, e la madre Anna Corona. L‘interpretazione della intercettazione fa aprire nuovi scenari.

Se l’inchiesta deve ripartire – dice Federica Sciarelli – è necessario rivedere tutte le intercettazioni. Sono fatte male perciò è difficile l’interpretazione“.

Piera Maggio chiede che tutto venga risentito e ripulito con le nuove tecnologie. “Questo è quello che chiedo e che spero che venga fatto – dice Piera Maggio – perché lì si parla di Denise, è quello l’oggetto del contendere“.

In più c’è qualcosa che non torna negli orari di Anna Corona, ex moglie di Piero Pulizzi (padre di Denise Pipitone .ndr). Il giorno della scomparsa di Denise Anna Corona va a lavorare alle 7.15 e i suoi colleghi ricordano chiaramente di aver pranzato con lei tra le 11.30 e le 12.00.

Dunque, mentre Denise veniva rapita la donna stava lavorando. Dopo le 12.00 nessuno vede più Anna Corona tranne Francesca, sua collega e amica, che dice di aver lavorato con la donna fino alle 15.30.

Una perizia grafologica stabilisce però che a scrivere l’orario d’uscita sia stata Francesca per tutte e due. Jessica, la sorellastra di Denise, racconta di essere andata a trovare la madre in albergo proprio mentre la piccola veniva rapita.

Prima Francesca non dichiara di aver visto Jessica, poi racconta quell’incontro nei minimi particolari. Jessica però si contraddice. In questa storia però c’è un punto fermo: la telefonata alle 12.10 di un’amica di Anna Corona, Loredana.

Poi ci sono le molteplici telefonate tra Anna Corona e Stefania, una operatrice di un’agenzia di viaggi. Anna Corona aveva detto di essere amica ma la ragazza dice che era solo una cliente. In anno però le due si sono sentite in media tre volte al giorno. Dunque non un contatto sporadico.

Dal 12 luglio 2003 al 22 settembre 2004 le donne si sono telefonate 1233 volte. Dal primo settembre, secondo il perito, c’erano solo squilli tra le donne. “Io non ricordo – dichiarava Stefania – a settembre però per il consiglio di mia madre ho allontanato la signora Corona“.

A questo punto è lecito chiedersi perché Anna Corona e Stefania si sentissero così spesso. Stefania frequentava il commissario capo di Mazzara, divenuto in seguito il marito, che si occupa di fare l’interrogatorio.

Non è normale che un commissario interroghi la sua fidanzata“, dice Piera Maggio. “C’erano cose che non andavano in quel procedimento, ci voleva un approfondimento maggiore. Il test non rispondeva alle domande dell’avvocato e per giunta le metteva in discussione. Come è possibile che siano successe cose così gravi e far finta che non sia successo niente?“.

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