Coprifuoco, la decisione del Governo: cosa succederà a maggio

La misura del coprifuoco sarà sottoposta a revisione nella seconda metà del mese di maggio: questo quanto concordato dalle forze parlamentari all’esito di un duro scontro.

Coprifuoco scontro Parlamento revisione maggio
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Continua la lotta Parlamentare in ordine all’abolizione del coprifuoco. Nell’Ordine del giorno di ieri, Fratelli d’Italia ha avanzato la proposta di eliminare la misura. Orientamento non condiviso dalla maggioranza la quale si è detta contraria. Eppure, pare che un risultato, da non considerarsi una vittoria, sia stato raggiunto. Dopo la bagarre in Parlamento, si è convenuto che il divieto di uscire dalle 22 alle 5 sarà assoggettato a revisione nel corso della metà di maggio.

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Una seduta interrotta ripetutamente quella di ieri della Camera dove all’ordine del giorno vi era la possibilità di abolire il cosiddetto coprifuoco. Una misura a dire di Fratelli d’Italia liberticida ed anti costituzionale. Gli scontri tra le varie forze sono stati accesi, al punto che si è reso necessario l’intervento diretto del Premier Draghi.

L’opposizione, tuttavia, nonostante il parere contrario espresso, è riuscita ad ottenere un minimo risultato. Fdi, Lega ed Italia Viva hanno chiesto una data certa in cui verrà passata nuovamente al vaglio la misura. Il Presidente, d’intesa con il Ministro Speranza, ha riformulato l’odg disponendo che la “maggioranza impegna il governo nel mese di maggio a valutare” in base all’andamento della curva epidemiologica e della campagna vaccini un “aggiornamento delle decisioni prese con il decreto anti-Covid anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento”.

Ovviamente nessuna data certa, quindi, come invece avrebbero voluto le forze d’opposizioni ma un impegno per il mese di maggio. Tale decisione non rappresenta una vittoria, considerato che già in precedenza il Premier aveva affermato che tale vaglio sarebbe stato effettuato adducendo le medesime motivazioni fornite ieri alla Camera. Ed è proprio per tale ragione, che al momento del voto Lega e Fdi non hanno partecipato al voto.

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Giorgia Meloni (Getty Images)

Decisione che ha scatenato le ire di Leu, il quale ha definito l’atteggiamento del partito della Meloni inaccettabile ed incoerente: una posizione alla Camera ed un’altra al Senato.

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