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Casi

Scomparsi | Salvatore e Mariano: la storia dei due ragazzi svaniti nel nulla da 29 anni

Salvatore Colletta e Mariano Farina, rispettivamente 15 e 12 anni, sono scomparsi il 31 marzo del 1992: martedì a 29 anni dall’inizio del giallo, sono state ordinate nuove indagini.

Salvatore Colletta e Mariano Farina (screenshot Chi l’ha Visto?)

Quasi trent’anni sono trascorsi dalla scomparsa di Salvatore Colletta e Mariano Farina, rispettivamente 15 e 12 anni all’epoca dei fatti. Un caso avvolto nel mistero, il loro, iniziato il 31 marzo del 1992 e che il 26 aprile ha ricevuto un nuovo impulso d’indagine.

I due ragazzini svanirono nel nulla da Casteldaccia (Palermo) dopo essersi fatti accompagnare in spiaggia da un amico in motorino. Dopo aver fatto merenda, pare che iniziarono a curiosare nelle villette della zona. Un gioco per la coppia di amici all’esito del quale, però, non hanno mai più fatto rientro a casa.

Le famiglie di Mariano e Salvatore non hanno mai smesso di cercare la verità, e tanta è stata la loro determinazione che il Gip ha ordinato nuove indagini. Gli inquirenti hanno battuto ogni pista anche quella mafiosa, anzi proprio quest’ultima parrebbe essere la più concreta. Ma cosa è accaduto ai due amici?

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Salvatore Colletta e Mariano Farina scomparsi da Casteldaccia il 31 marzo 1992

Salvatore Colletta (screenshot Chi l’ha Visto?)

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Avevano deciso di trascorrere un pomeriggio al mare Salvatore Colletta e Mariano Farina quel maledetto 31 marzo del 1992. Per arrivare in spiaggia avevano chiesto aiuto ad un amico più grande con il motorino. La coppia di amici decise di fare merenda, acquistando merendine e succhi di frutta addebitandoli sul conto della nonna di uno dei due. Dopo di che si sarebbero diretti sulla statale in direzione di alcune villette. Lì avrebbe avuto inizio uno dei loro giochi, curiosare all’interno di quelle abitazioni abbandonate.

Da quel momento il nulla. Un nulla che le indagini non sono riuscite a disintegrare nonostante le approfondite analisi, l’escussione di numerosi testimoni, anche di collaboratori di giustizia.

Sì perché nella storia di Mariano e Salvatore si inserisce l’ombra della mafia. Dopo il ritrovamento di alcuni involucri di merendine, in un luogo indicato proprio da un pentito, iniziarono i timori degli inquirenti. Salgono a quel punto, in cima alla lista dei sospetti, Vincenzo Roselli – un amico dei due- e lo zio. Questo perché le confezioni di dolciumi vennero rinvenute all’interno di una cisterna appartenente ad un’abitazione di loro proprietà. Tuttavia queste incriminazioni portarono ad un nulla di fatto, ancora.

Ma la pista mafiosa continuò ad essere battuta soprattutto perché alcune delle villette erano di esponenti della malavita locale. Proprio per tale ragione, la Direzione distrettuale Antimafia decise di aprire un nuovo fascicolo. Su tale punto si espresse l’avvocato della famiglia Coletta, il quale fece un quadro chiaro di quello che era il periodo in cui si verificò la scomparsa. Non era trascorso neppure un mese dalla strage di Capaci, in cui perse la vita il giudice Falcone, la compagna, e  tutta la scorta. Era un periodo in cui la mafia aveva assunto grande potere tanto da sfidare a viso aperto lo Stato, il quale, di contro, braccava i latitanti dispiegando tutte le proprie forze. Soprattutto, chiosò il legale, la zona dove si verificarono i fatti era altamente pericolosa tanto che all’epoca venne ribattezzata come Triangolo della morte.

In sostanza, secondo la DDA, è possibile che i due bambini in quel contesto – curiosando tra le ville- potrebbero aver visto qualcosa che qualcuno voleva rimanesse celato. Una drammatica ipotesi.

Ma le piste battute furono anche altre, soprattutto a seguito di diverse segnalazioni di avvistamento. In particolare, un parente dei due, affermò di averli visti in un campo nomadi. Eppure anche tale possibilità passata al vaglio degli inquirenti non portò ad una risoluzione del caso.

Il fascicolo di Salvatore Colletta e Mariano Farina fu caratterizzato da diverse chiusure e successive riaperture. Da ultimo, la Procura competente avrebbe avanzato richiesta di archiviazione a cui le famiglie si sono opposte ottenendo dal Gip la disposizione di nuove indagini. In primis riascoltare alcuni vecchi pentiti.

Le dichiarazioni

Tornando al periodo immediatamente successivo alla scomparsa, il primo a parlare fu Salvatore Augello, il quale riferì come in quelle villette scrutate dai bambini si svolgevano summit a cui pare partecipasse addirittura Bernardo Provenzano. Da tale dichiarazione l’ipotesi della DDA della ritorsione sui bambini i quali potrebbero aver visto qualcosa che doveva rimanere segreta.

Nel 2013 l’ex moglie di un affiliato alla mafia di Bagheria disse che il marito nel lontano 1992 ricevette una telefonata nel cuore della notte a mezzo della quale gli veniva ordinato di seppellire due cadaveri. La testimone riferì anche dove si reco il coniuge: si trattava di un muro di confine a margine della strada dove i Carabinieri rinvennero effettivamente un’intercapedine. Ma dei bambini non vi era traccia. Le dichiarazioni della donna vennero quindi archiviate.

Ancor più recente la testimonianza di Benito Morsicato, il quale disse di sapere cosa fosse accaduto da parte di una persona che era presente sui luoghi il giorno della scomparsa.

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Mariano Farina (screenshot Chi l’ha Visto?)

Purtroppo, però, quanto riferito non ebbe mai riscontro. A ciò si aggiunse che lo stesso Morsicato poi ritrattò dicendo di non essere più sicuro di quanto dichiarato.

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