Scomparsi | Federico Caffè, il mistero del noto economista e politico svanito nel nulla

Federico Caffè è scomparso da Roma il 15 aprile del 1987: uscì di casa alle prime luci dell’alba e di lui non si seppe più nulla.

Federico Caffè scomparso
Federico Caffè (Twitter – Trescogli)

Nel 1998 il Tribunale di Roma dichiarò la morte presunta di Federico Caffè. Ma questa è la fine della storia, una vicenda che ha iniziò ben 10 anni prima, quando il noto economista e politico italiano uscì di casa senza mai farvi più ritorno. È con il sorgere del sole che nella mattina del 15 aprile 1987 Caffè sparì, lasciando sul comodino della sua abitazione sita in zona Monte Mario i suoi documenti e gli occhiali da lettura trovati poi dal fratello con cui conviveva.

Le ipotesi sulla sua scomparsa furono molteplici. La prima quella del suicidio. Secondo alcuni, i diversi lutti che lo avevano colpito ed il contestuale pensionamento giocarono un ruolo importantissimo nel suo stato di depressione. Pare che oltre ad essere abbattuto moralmente, anche nel fisico era provato. Secondo altri, invece, decise di chiudersi in monastero. Una vita ritirata, insomma, di riflessione in un luogo dove nessun agente esterno avrebbe potuto disturbarlo e soprattutto dove avrebbe potuto meditare in solitudine.

All’epoca della sua scomparsa, nei giorni immediatamente successivi, l’opinione pubblica fu colpita dalla dedizione nelle ricerche da parte dei suoi studenti.

Ma chi era Federico Caffè? Cosa gli è accaduto? Cosa si nasconde dietro la sua sparizione?

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Federico Caffè, il noto economista e politico scomparso da Roma nel 1987

Federico Caffè
(Twitter – Chi l’ha visto?)

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Il 15 aprile del 1987, forze dell’Ordine, conoscenti, amici ed anche studenti si misero alla sua ricerca. Federico Caffè era scomparso nel nulla. Nato a Pescara nel corso della Prima Guerra Mondiale, era un noto professore di Politica economica e finanziaria alla facoltà di Economia de “La Sapienza”. Non solo, Caffè era anche Consulente dell’Ufficio Studi di Bankitalia. Nel secondo dopoguerra divenne Segretario particolare e di Capo di Gabinetto di Meuccio Ruini, il Ministro della Ricostruzione durante il governo Parri.

I successi in ambito lavorativo, però, erano compensati negativamente da diverse tragedie personali. In primis, la morte dell’adorata madre, poi quello della sua nutrice che sin dalla nascita lo aveva cresciuto. A mancare anche suoi cari amici e colleghi come Ezio Tarantelli, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1985, e Fausto Vicarelli, rimasto coinvolto in un mortale incidente. Ma i lutti che lo colpirono furono anche altri, come quello di un suo studente Franco Franciosi, prematuramente scomparso a causa di un tumore.

Queste sofferenze le leniva con l’insegnamento, ma quando fu il momento di andare in pensione Caffè subì pesantemente il colpo, rivelando diverse volte ai suoi amici di essere piombato nel più totale sconforto. Tale inquietudine si rifletteva sul suo corpo sempre più emaciato e provato, soprattutto perché pare avesse smesso quasi totalmente di mangiare. Un quadro complessivo che ha condotto le persone lui più vicine a ritenere potesse essersi suicidato. Altri, invece, hanno sostenuto che Caffè per sfuggire alla sua vita abbia deciso di ritirarsi in un monastero. Ma questo non è dato sapere, perché ad oggi il suo resta un caso irrisolto.

Federico Caffè ad un suo collega ed amico, Carlo Ruini, rivelò in uno scritto di aver paura che le sue finanze non gli avrebbero consentito di trascorrere una vecchiaia serena. In realtà, all’esito della sua scomparsa, i suoi averi vennero stimati ed escluso il suo timore. Le sue finanze parvero essere più che sufficienti per sostentarlo. A destare le maggiori preoccupazioni furono le rivelazioni di un suo studente, Daniele Archibugi, il quale riferì che il professore gli aveva chiesto di dargli una mano a suicidarsi.

Uno studente di Caffè, Ermanno Rea scrisse un libro dal titolo “L’ultima lezione“, avente ad oggetto proprio la vita del professore e la sua sparizione. A suo avviso qualcuno potrebbe saperne di più sulla vicenda, ma che non si sarebbe mai fatto avanti.

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Federico Caffè
Federico Caffè (Twitter – Nadia Rizzo)

Nel 1998 il Tribunale di Roma ne dichiara la morte presunta. Un procedimento che può essere attivato solo dopo che trascorrono 10 anni dalla data di scomparsa.

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