Un caso eclatante quello della rapina messa in atto a Cuneo: il suo culmine vede la morte per i banditi. Poi, la verità…
Si è verificata nella serata di ieri, mercoledì 28 aprile, la rapina tramutatasi in strage, che ha visto in ostaggio i presenti nella nota gioielleria nei pressi della città di Cuneo, di “Grinzane Cavour“. I rapinatori hanno fatto irruzione nell’attività. E hanno dapprima puntato minacciosamente la loro arma da fuoco verso gli inservienti. Cogliendoli di sorpresa e con il fine di intimidirli facendo in tal modo consegnar loro il denaro presente nella gioiellerie e le sue rispettive preziosità.
Poi però la natura della pistola si è inaspettatamente rivelata sotto gli occhi del proprietario dell’attività, Mario Roggero, che non ha potuto fare a meno di reagire tempestivamente, difendendo la sua vita e quella di sua figlia, presente al momento della violenta irruzione.
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Stando alle ricostruzioni effettuate dai testimoni delle abitazioni circostanti e dalle forze dell’ordine, l’arma pare si sia dunque rivelata essere molto presto un mero giocattolo. Ed è stato in quell’attimo che il proprietario della gioielleria ha reagito colpendo a morte due componenti del trio di banditi, lasciando in seguito il terzo ancora in vita ma ferito dall’esplosione dei restanti colpi.
I banditi però avevano con sé anche un’arma da taglio, un coltello, con il quale si sarebbero serviti, assieme alla pistola camuffata, per minacciare violentemente la famiglia e lo stesso gioielliere. Le donne presenti sono state colpite, prima della reazione di legittima difesa dell’uomo, ed in seguito immobilizzate.
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L’arma utilizzata invece dal padre della ragazza, che ha poi pubblicato un appello sui social in difesa del suo comportamento dettato dalla mera sopravvivenza durante la rapina, pare fosse legalmente detenuta. “Nella difficoltà voglio rimanere aperta e fiduciosa, lucida e forte“, si è espressa così Silvia Roggero dopo il tragico accaduto. Rimarcando infine la sua “piena fiducia nella giustizia“.
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