Preoccupa la crescita dei casi di Covid in India: registrati 400mila contagi in un giorno. E in Italia norme più aspre sui voli contro la variante indiana
Secondo i dati della Johns Hopkins University, i casi di Covid nel mondo sono quasi 150 milioni, e i decessi sono oltre 3,1 milioni dall’inizio della pandemia. Ma in queste ore a preoccupare è soprattutto la situazione in India, che appare fuori controllo. Crescono vertiginosamente i contagi: oltre 400mila nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, un record mondiale.
Il Ministero della Salute indiano ha annunciato infatti che il totale dei contagiati nel Paese asiatico arriva a oltre 19,1 milioni. Inquietante anche il numero dei morti, che nelle ultime 24 ore sono stati 3.523, per un totale di quasi 212mila da inizio pandemia. Soprattutto nelle zone rurali c’è totale carenza di norme igienico-sanitarie adeguate a contenere l’avanzata del virus. E difatti il Covid è mutato ed ha dato vita alla variante indiana, che oggi minaccia anche l’Europa.
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Covid, in India situazione tragica: 400mila contagi in un giorno
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Le autorità stanno monitorando l’arrivo della variante indiana nei Paesi Ue. Ci sono forti timori che possa diffondersi anche qui, ma finora i casi individuati in Italia sono soltanto due. Si tratta di una coppia residente nel Veneziano, da poco rientrata dal Bangladesh, che ha contratto la variante, ma del ceppo 2, meno pericolosa. Invece a Trieste è stato scoperto un marinaio indiano, che però è già guarito. Infine il focolaio scoppiato nella comunità indiana a Sabaudia, in provincia di Latina, è legato alla variante inglese.
In via cautelare, il ministro della Salute Roberto Speranza ha inasprito i controlli per i passeggeri in arrivo da India, Bangladesh e Sri Lanka. Possono viaggiare solo i cittadini italiani che abbiano qui la residenza, e tutti devono obbligatoriamente sottoporsi a tampone e quarantena in Covid hotel o strutture militari. L’ultimo volo dall’India è atterrato a Roma mercoledì scorso e all’ospedale Spallanzani sono in corso le analisi per stabilire se qualcuno dei 23 positivi sull’aereo è stato contagiato con la variante indiana.
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Lo stop ai voli dal subcontinente indiano è stato necessario perché negli ultimi mesi si è evidenziata una problematica: l’attendibilità dei certificati di negatività al Covid-19. Da Hong Kong (uno dei più grandi scali da e verso l’Asia) le autorità aeroportuali hanno segnalato che spesso sui voli si riscontrano dei contagi, nonostante l’obbligo di tampone. Infatti è emerso che anche nei laboratori riconosciuti dal governo indiano ci sono casi di falsificazione dei certificati dei test molecolari.