Nell’ambito del processo per la morte di Leonardo Acquaviva, il bambino deceduto nel 2019 in una scuola di Milano, una maestra è stata condannata ad 1 anno di carcere.
Il gup del Tribunale di Milano ha condannato ad un anno, con sospensione condizionale, un’insegnante di italiano nell’ambito del processo per la morte di Leonardo Acquaviva, il bimbo deceduto nel 2019 dopo essere precipitato dalle scale della scuola.
Il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero condannando la docente per omicidio colposo ed ha rinviato a giudizio l’altra insegnante che ha optato per il rito ordinario. Infine, è stato accolto anche il patteggiamento a due anni per la collaboratrice scolastica co-imputata nel processo.
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Milano, Leonardo Acquaviva: maestra condannata ad un 1 anno di reclusione
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Sono trascorsi quasi 19 mesi dalla morte di Leonardo Acquaviva, il bambino di soli 5 anni che ha perso la vita il 18 ottobre del 2019 precipitando dalle scale della scuola Pirelli di Milano. Nel corso del processo per la morte del piccolo Leonardo, il giudice dell’udienza preliminare Elisabetta Meyer, secondo quanto riporta la redazione dell’Ansa, ha condannato una docente di italiano di 43 anni ad un anno di reclusione, con sospensione condizionale, per omicidio colposo. Il giudice nel corso del procedimento svoltosi con rito abbreviato, ha dunque accolto la richiesta del pm Maria Letizia Mocciaro. L’altra docente che ha optato per il rito ordinario è stata rinviata a giudizio, mentre è stata accolta la richiesta di patteggiamento a due anni di reclusione presentata dalla bidella co-imputata.
Secondo quanto ricostruito, quella mattina, il piccolo Leonardo, dopo aver ricevuto il permesso dalle maestre, si sarebbe recato in bagno, ma forse perché incuriosito dalle voci di altri bambini, sarebbe salito su una sedia con le rotelle. Sporgendosi dalla balaustra, il bimbo è precipitato nel vuoto da un’altezza di circa 13 metri. La collaboratrice scolastica, riferisce l’Ansa, sarebbe accusata di non aver vigilato sulla sicurezza della vittima, di aver utilizzato il cellulare durante la sorveglianza ed, infine, di essersi allontanata dalla sua postazione lasciando la sedia girevole incustodita.
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Le due docenti, invece, sono accusate di aver omesso “la dovuta vigilanza sul bambino” avendogli dato il permesso di recarsi in bagno fuori dall’orario programmato, violando il regolamento scolastico e la direttiva in materia di vigilanza sugli studenti.