Angelo Izzo, “il mostro del Circeo”, è noto per aver commesso numerosi crimini
Furti, rapine, stupri e violenze d’ogni tipo sono queste le attività preferite dal mostro Angelo Izzo, famoso soprattutto per essere stato uno dei protagonisti del massacro del Circeo e di Ferrazzano. Izzo, infatti, non ha mai agito da solo pur avendo avuto un ruolo centrale nelle mattanze.
In compagnia di Andrea Ghira e Gianni Guido, nel primo caso, e di Guido Palladino e Luca Palaia, nel secondo, Angelo Izzo tornerà a colpire nonostante il periodo detentivo. Fornirà, dal carcere, numerose testimonianze sulle stragi di piazza Fontana, di Bologna e di altre stragi a sfondo terroristico e mafioso che risulteranno non sempre attendibili.
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E’ il 29 settembre 1975 quando tre “bravi ragazzi” pariolini incontrano due ragazze del quartiere Montagnola: Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. Conosciute qualche giorno prima, le ragazze sono invitate ad una festa al Circeo; qui, verranno sequestrate, seviziate, drogate e stuprate per lunghe ed interminabili trentacinque ore. Poi la Lopez, condotta in bagno, sarà picchiata e uccisa per annegamento e la Colasanti quasi strozzata con una cintura. I tre nasconderanno i corpi nel bagagliaio della macchina ma le urla della Colasanti, ancora in vita, attireranno l’attenzione e, nel giro di poche ore, Izzo e Guido saranno arrestati.
Nell’estate del 1976, Izzo e Ghira saranno condannati all’ergastolo mentre Guido, riconosciute le attenuanti, sarà condannato a 30 anni. Nel corso degli anni, Izzo cercherà di attirare l’attenzione, attraverso le varie testimonianze rese in numerosi processi importanti, evidentemente anche per ottenere uno sconto di pena.
Tra tentativi di evasione falliti e permessi premio, con cui riuscì addirittura a fuggire in Francia, nel 2004, Izzo ottenne la semilibertà e, dopo pochi mesi, tornò ad uccidere; le vittime furono Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, moglie e figlia di Giovanni Maiorano, sepolte nel prato di una villa di Ferrazzano.
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Izzo sarà nuovamente condannato all’ergastolo. Dal carcere, oggi, coltiva la passione per la scrittura; un mezzo attraverso cui ha anche steso quella che si potrebbe definire come una sorta di autobiografia, un resoconto delle sue nefandezze.
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