La tragedia risale al 23 agosto 2005, quando il Boeing 737-200 precipitò durante l’avvicinamento all’aeroporto di destinazione.
Un nuovo disastro aereo ricordato nell’archivio della storia risale al 2005. Quel giorno, il volo TANS Perù 204 era stato affidato al Boeing 737-200 Advanced, marchio OB-1809-P. All’origine dell’incidente vi fu un errore umano all’interno del cockpit. Quel tragico 23 agosto l’apparecchio trasportava 98 occupanti, di cui 91 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio. La linea aerea prevista avrebbe dovuto collegare i due aeroporti del Perù; quello di FAP Captain David Abensur Rengifo, Pucallpa, alla stazione di FAP Coronel Francisco Secada Vignetta, Iquitos. Il bollettino delle vittime fu drammatico: 40 vittime e 58 feriti.
LEGGI ANCHE >>> Disastri aerei, Volo Air China 129: 129 vittime, 37 feriti
Le dinamiche dell’incidente e il bollettino delle vittime
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Disastri aerei, Volo LaPa 3142: 63 vittime, 31 sopravvissuti
Ai comandi dell’aeromobile vi era Octavio Perez Palma Garreta. Il giorno dell’incidente, il comandante 45enne aveva alle spalle circa 5867 ore di volo, di cui 3763 su apparecchi a fusoliera stretta di tipo Boeing 737. L’aviatore era affiancato da altre 4755 ore di volo, effettuate dal copilota 37enne Jorge Luis Pinto Panta.
Il giorno del disastro la stazione di Pucallpa era circondata da maltempo e da un insolito freddo: le nuvole raggiungevano i 14000 metri. Nella cabina di pilotaggio, i membri dell’equipaggio scartarono l’ipotesi di dirottare il Boeing verso un altro aeroporto più sicuro e iniziarono la manovra di avvicinamento all’aeroporto di arrivo, oscurato da una fittissima pioggia torrenziale, grandine e forti correnti di windshear (cambiamenti repentini delle raffiche di vento in termini di intensità e direzione).
I problemi si verificarono 10 minuti prima della tragedia, quando l’aereo iniziò a oscillare. Il pilota tentò l’atterraggio di emergenza. Tuttavia, negli ultimi 32 secondi, il velivolo attraversò una violenta tempesta di grandine e fu travolto da una forte corrente di vento che gli fece perdere quota. Di conseguenza, l’inevitabile schianto: l’aeromobile precipitò in una palude e si incendiò, lasciando dietro di sé una scia di detriti e combustibile larga 30 metri e estesa per oltre un 1 chilometro e mezzo. Il relitto fu inghiottito nella deflagrazione.
Se vuoi essere sempre informato in tempo reale e sulle nostre notizie di gossip, televisione, musica, spettacolo, cronaca, casi, cronaca nera e tanto altro, seguici sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter
Secondo le ricostruzioni, la maggior parte delle vittime era seduta nella parte anteriore della cabina. Il bollettino segnò 40 morti e 58 feriti gravi, con ustioni e fratture.