Il professor Franco Locatelli si è espresso in merito alla questione coprifuoco ed all’attuale quadro dell’epidemia da Covid-19.
Il tema del coprifuoco continua a tenere banco nelle fila del Governo. Il grido di protesta levatosi dall’ala dell’Opposizione, sostenuto da molti italiani, soprattutto imprenditori operanti nel settore terziario, è stato ascoltato dall’Esecutivo. A giorni, all’esito del consueto monitoraggio, è possibile che la misura venga revisionata. Sul punto, con parere favorevole, si è espresso il professor Franco Locatelli ospite alla trasmissione Agorà in onda su Raitre.
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Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, si è detto concorde a posticipare il coprifuoco alle 23 o alle 24. “Atteso che la scelta deve essere assunta dalla politica e che anche i numeri che di venerdì avranno un ruolo determinante nella decisione, ritengo ci sia il margine per disporre uno slittamento dell’orario del coprifuoco” queste le sue parole alla trasmissione Agorà. A quando, però, posporlo resta una decisione del Governo. Tuttavia il professore ci ha tenuto a precisare che in linea con il pensiero del Premier bisogna procedere gradualmente con l’allentamento di tutte le misure.
Locatelli si è anche espresso su di un’altra questione calda, quella dei ristoranti e dei centri commerciali. Anche per quanto riguarda tali attività, non bisogna dimenticare che le misure loro riguardanti spettano all’Esecutivo, ma anche in questo caso è necessario tenere conto dei dati, i quali se tenuti sotto controllo giustificano e fungono da titolo per nuove riaperture.
Nessun ripensamento, invece, sulle mascherine. Per il professore non è ancora giunto il momento di abbandonarle. Stesso pensiero anche per gli abbracci, ancora troppo precoce pensare di poter tornare ad avere contatti ravvicinati. Ciò potrà accadere allorquando la percentuale dei vaccinati sarà maggiore – attualmente è il 28% degli italiani ad aver ricevuto almeno una dose- e soprattutto quando si sarà ridotta la circolazione del virus. In Inghilterra la popolazione è tornata ad “emanciparsi”, in Italia pare ancora troppo prematuro. Attualmente, ha sottolineato il professore, non esiste una data certa.
Quanto all’abbandono dei dispositivi di protezione individuale Locatelli ha aggiunto che sul punto vi è stata una pronuncia del centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie. Quest’ultimo avrebbe riferito che lasciare le mascherine sarà possibile solo quando ad essere vaccinata sarà la metà della popolazione. Ciò non esclude il fatto però che, quando ci si dovesse trovare dinnanzi a persone estremamente vulnerabili sarebbe sempre meglio indossarle. Bisogna procedere gradualmente e sempre compiendo passi ponderati, senza fretta o facilonerie di sorta.
In chiosa il professore Locatelli si è espresso sull’attuale quadro e sull’andamento della curva epidemiologica. Per il presidente del Consiglio superiore di Sanità il bilancio è positivo. Il dato sui nuovi casi quotidianamente mostra una significativa diminuzione ed il rapporto tra tamponi eseguiti e casi di positività è sempre minore.
Anche la pressione sulle strutture ospedaliere sta calando. Nella giornata di ieri, stando alla tabella divulgata dal Ministero della Salute i posti occupati in terapia intensiva erano poco più di duemila. Un consistente calo se si considera il picco dei 3.700 toccati lo scorso mese. Le risultanze sono, quindi, incontrovertibili. Il quadro sta lentamente migliorando.
Il professore ha tenuto a specificare che molto probabilmente non si riescono a vedere in maniera lampante i risultati raggiunti con le misure di contenimento. Ma il giovamento vi è stato, ed anche consistente. Le cautele poste in essere per limitare i contagi e la circolazione del virus ha avuto gli effetti sperati.
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Locatelli, però, ammonisce cautela. Questo miglioramento non deve indurre a credere che è giunto il momento di abbassare la guardia. Anzi, tutt’altro. Mai come oggi i cittadini sono chiamati ad operare buon senso ed a far uso della loro responsabilità. Il dato della discesa della curva va letto come un incentivo per consentire al Paese di procedere più speditamente con la campagna vaccinale.
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In sintesi, quindi, se da un lato è giusto che il Governo valuti un allentamento delle misure – anche in virtù ed in forza del calo della curva epidemiologica- dall’altro i cittadini sono chiamati a fare la loro parte. Responsabilità e cautela per consentire la somministrazione dei vaccini e mantenere sotto controllo i contagi.
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