I vertici di Pfizer avvertono della mancanza di dati riguardo gli effetti della somministrazione della seconda dose del vaccino a mRNA a 42 giorni, come disposto invece dal Ministero della Salute
Una circolare del Ministero della Salute ha ordinato il richiamo del vaccino anti-Covid19 targato Pfizer Biontech e Moderna estendendo l’intervallo tra la prima e seconda dose a 42 giorni invece dei rispettivi 21 e 28, indicati precedentemente dalle stesse case farmaceutiche. Le disposizioni ripercorrono le medesime adoperate dal Regno Unito.
La decisione molto discussa è stata presa in accordo con il parere del Comitato Tecnico Scientifico e del Commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Il motivo riguarderebbe una maggiore disponibilità di dosi, favorendo la campagna vaccinale, con lo scopo di raggiungere l’obiettivo di coprire il 70% della popolazione adulta.
Arriva però il monito dei vertici Pfizer che si esprimono in merito alla vicenda.
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Valeria Marino, direttrice di Pfizer Italia, ha espresso il suo parere relativamente alla decisione del governo di estendere l’intervallo tra la prima e la seconda dose del vaccino a mRNA a 42 giorni anzichè i 21 raccomandati. “Il vaccino è stato studiato per una dose a 21 giorni. Dati riguardo un periodo più lungo del range di somministrazione al momento non ce ne sono, se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito” – ha detto.
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A Sky Tg24 la dottoressa Marino ha aggiunto anche: “Come Pfizer dico di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici. Questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione”.
Non esisterebbero, dunque, dati relativi all’efficacia del vaccino con il raddoppiamento dei tempi di somministrazione tra una dose e l’altra.
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Nel frattempo sono sei le regioni italiane che si sono già attenute alle nuove disposizioni dettate dal Ministero della Salute, allungando i tempi del richiamo. Esse sono Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte e Toscana.
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