Alessandro Ciavarrella è scomparso da Monte Sant’Angelo (Foggia) l’11 gennaio del 2009 a soli 16 anni: da quel momento di lui non si sono avute più notizie.
Alessandro Ciavarrella, 16 anni al momento della scomparsa, era un ragazzo molto introverso da tutti. L’11 gennaio del 2009 disse ai suoi genitori che sarebbe uscito con alcuni amici per un caffè, ma da quel momento di lui si è persa ogni traccia. La famiglia presentò immediatamente denuncia di scomparsa e numerose furono le persone che si misero alla ricerca del ragazzo, purtroppo senza esito. Ma cosa è accaduto ad Alessandro? Cosa si nasconde dietro la sua misteriosa scomparsa?
Alessandro Ciavarrella scomparso da Monte Sant’Angelo l’11 gennaio del 2009
Aveva solo 16 anni Alessandro Ciavarrella quando si sarebbe praticamente volatilizzato nel nulla. Una storia la sua che assume caratteri inquietanti quando gli inquirenti scavando a fondo nella vicenda scoprirono particolari non di poco conto. Ma procediamo con ordine. Innanzitutto chi era Alessandro?
La madre disse di lui che era un ragazzo introverso, ma al contempo molto legato alla famiglia. Sua sorella raccontò che trascorreva il suo tempo insieme agli amici con il quale passeggiava spesso in paese. Proprio quegli amici, però, di lui non dichiarano nulla: nessuno all’epoca dei fatti rilasciò importanti testimonianze. Una circostanza che portò la sorella di Alessandro a ritenere che dietro la scomparsa potesse esserci qualcosa di più di una ragazzata. Un’ipotesi peraltro confermata anche dal fatto che il giovane prima di uscire di casa quel freddo giorno di gennaio, aveva lasciato in camera tutti i suoi effetti personali, compreso del denaro.
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Inoltre, le attenzioni degli inquirenti si concentrarono sul fatto che il 16enne per allontanarsi dal paese avrebbe avuto bisogno di un mezzo privato. Di domenica, infatti, non vi erano servizi di mezzi pubblici attivi nel piccolo centro. Ed in effetti, ascoltando alcuni testimoni appresero che Alessandro era salito a bordo di un’utilitaria grigia.
Le indagini proseguono e due amici del ragazzo vengono indagati per omicidio. Nel garage di uno dei due vennero, infatti, rinvenute delle tracce biologiche. Secondo quanto riferito da “Chi l’ha visto?” occupatosi del caso, pare che il 16enne il giorno della scomparsa avesse un appuntamento proprio con loro i quali, però, di contro hanno sempre sostenuto di non averlo incontrato. Ma i risultati su quelle diedero esito negativo: non appartenevano ad Alessandro. Ed è cosi che torna a farsi strada l’ipotesi dell’allontanamento volontario Una pista, però, che apriva a numerosi interrogativi: perché sarebbe scappato? Quale sarebbe stato il motivo?
Per trovarlo si mobilita l’intera Monte Sant’Angelo. Manifestazioni, fiaccolate a nulla però servono. Un giorno, poi una lettera anonima nella quale vi erano parole inquietanti: “Alessandro era un bravissimo ragazzo, ma è stata l’influenza di quegli amici sbagliati che l’ha tradito. Si era messo in un giro più grande di lui e neanche lui sapeva come uscirne fuori…..”. Frasi agghiaccianti e portate sotto i riflettori dalla famiglia e dall’Associazione Penelope che sin da subito si è battuta per scoprire la verità. La struttura che si occupa di persone scomparse si è interessata anche del caso di Alessandro chiedendo verità e giustizia. L’ultimo appello è proprio di quest’anno. Attraverso un grido di giustizia ha chiesto che proprio quella missiva di dieci anni fa torni ad essere esaminata.
Nel mese di marzo, ha contattato la Procura della Repubblica di Foggia, chiedendo inoltre che vengano effettuati degli esami del DNA su alcuni resti rinvenuti in agro di Mattinata. Non solo numerosi sono stati gli inviti rivolti alle diverse realtà locali di intitolare una strada, un parco, una piazza ad Alessandro. Un segnale che riporti alla memoria la vicenda e che funga da monito alle nuove generazioni.
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Alessandro, ha chiosato l’Associazione Penelope “ha pagato con la vita l’aver creduto in un valore profondo, coltivato dai giovani di tutte le generazioni: ‘l’amicizia’”.
Del giovane purtroppo non si ha più notizia da quel freddo giorno di gennaio del 2009. La sua famiglia continua a sperare che chi sa qualcosa parli, che si faccia avanti. Un appello che vorrebbe vedere il verificarsi di un gesto di civiltà ed umanità.