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“Amore Criminale”, chi è Norina Matuozzo: uccisa in modo barbaro

Giovedì 20 maggio torna “Amore Criminale”, la trasmissione di Rai tre condotta da Veronica Pivetti, dedicata alle drammatiche e strazianti storie di donne vittime di abusi e femminicidio. 

Quella di Norina Matuozzo è una storia di dolore e morte. Una giovane donna con tutta una vita davanti è stata barbaramente uccisa dal marito, l’uomo che le aveva giurato amore e lo ha fatto in modo incredibilmente barbaro.

Norina Matuozzo uccisa davanti ai suoi figli: la sua storia ad “Amore Criminale”

Norina Matuozzo aveva solo 33 anni quando è stata uccisa dal marito Salvatore Tamburrino nella sua casa di Melito, in provincia di Napoli. Cosa è successo alla giovane? Perché il suo sposo le ha sparato? Ecco i dettagli della storia che verrà raccontata da Veronica Pivetti durante la puntata del 20 maggio di “Amore Criminale”.

Un femminicidio, l’ennesimo. La storia della morte di Norina Matuozzo, 33 anni della provincia di Napoli, si intreccia con le dinamiche sporche della criminalità organizzata e secondo la famiglia della giovane questo “oscura la drammaticità della sua storia e ne offende la memoria“.

Ma qual è la vera storia di Norina Matuozzo? Quando Norina e Salvatore si conobbero, per le strade di Secondigliano, erano giovanissimi. Lei rimase colpita dall’atteggiamento di Salvatore e lui rimase impressionato dall’incredibile bellezza di Norina.

I due si fidanzarono e ben presto la giovane rimase incinta del primo figlio. Tuttavia solo dopo Norina scoprì cosa il suo innamorato faceva per vivere.

Salvatore Tamburrino era un affiliato al clan Di Lauro, un camorrista. Un malavitoso che per mantenersi si occupava di curare gli affari del boss Marco Di Lauro, inserito nella lista dei latitanti più pericolosi del mondo, secondo solo a Matteo Messina Denaro.

Dopo solo sei mesi di frequentazione Salvatore viene arrestato per omicidio ma Norina, che era incinta e anche molto innamorata, decise di sposare quell’uomo in carcere. Un assassino ma anche un uomo che lei non conosceva affatto.

Durante la reclusione di Salvatore i due si inviavano lettere d’amore e mentre in Norina cresceva il sentimento per la sua famiglia saliva la preoccupazione e si faceva sempre più intenso il dolore nel constatare che la figlia aveva scelto di sposare un vero e proprio criminale.

Quando Salvatore Tamburrino venne scarcerato era un perfetto sconosciuto sia per Norina che per la primogenita. Ben presto però l’uomo svelerà la sua vera identità, quella di un orco che si permette di dire e fare delle cose indicibili.

Salvatore era geloso e non voleva affatto che Norina incontrasse le amiche, si truccasse, si vestisse in modo femminile, andasse in palestra o a lavoro. In più iniziò anche a essere violento sia fisicamente che psicologicamente.

Le diceva che era brutta, che era troppo magra, la picchiava, gettava per terra oggetti e cibo per fare in modo che lei si trovasse costretta a pulire come una schiava. Tutto questo davanti ai figli della coppia di cui nel frattempo la giovane Norina si occupava con amore.

Non solo. Lui la tradiva con un altra donna. “Tieni a bada tuo marito“, le disse un giorno una vicina di casa. In quell’occasione la giovane Norina scoprì che il marito aveva avuto una relazione extra coniugale e che non si rassegnava alla fine di quel rapporto.

Così, a un certo punto la donna davanti all’ennesimo scatto d’ira e alle percosse decise di contattare un avvocato torinese esperta in violenza sulle donne. Non si rivolse a un legale della sua città per paura che lui potesse venire a saperlo. “Avvocato sono disperata, non ce la faccio più. Lui picchia me e i miei figli e io non posso permetterlo“, confessò Norina.

Un bel giorno la donna, esausta e umiliata, trovò il coraggio di tornare a casa della sua famiglia di origine e di portare i suoi figli con sé. Il matrimonio raggiunse il capolinea ma lui non si dava pace, la pedinava, la inondava di messaggi.

Così il 2 marzo del 2019 Norina acconsentì di vederlo per l’ultima volta purché lo avessero fatto davanti ai genitori di lei. Salvatore Tamburrino però era armato e quando Norina gli ha ripetuto di non amarlo più lui ha impugnato la pistola e ha sparato.

Tamburrino ha esploso due o tre colpi d’arma da fuoco senza pietà colpendo mortalmente la moglie davanti ai suoi tre figli e ai genitori di Norina che ancora oggi non si danno pace.

Poi Salvatore si è dato alla fuga a bordo della sua auto e iniziò a fare delle telefonate a persone a lui care, come la cognata o la sorella, spiegando di aver ucciso la moglie. Infine, la sua fuga terminò dal suo avvocato al quale rivelò di aver ucciso sua moglie ma anche il nascondiglio del super latitante Marco Di Lauro.

Quel giorno una madre è morta e un pericoloso criminale è stato stanato dal suo nascondiglio. La confessione di Tamburrino però non ha per nulla alleggerito la sua posizione: è stato condannato all’ergastolo il 3 marzo 2020.

La famiglia della vittima intanto non si da pace: “La tragica morte di Norina non può essere accostata alle sporche dinamiche della camorra“.

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