La tragedia ad alta quota risale al 25 febbraio 2009, quando il Boeing 737-8F2 si schiantò al suolo durante la manovra di avvicinamento.
Un altro disastro aereo archiviato nella memoria collettiva risale al 25 febbraio 2009 e ha come protagonista un Boeing 737-8F2. Il giorno del disastro, il velivolo a fusoliera stretta stava trasportando 135 occupanti, di cui 128 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio, e avrebbe dovuto collegare l’aeroporto internazionale di Atatürk di Istanbul, in Turchia, verso la stazione di Amsterdam-Schiphol, nei Paesi Bassi. All’origine dell’incidente vi furono due principali fattori: un problema di rilevazione dell’altitudine da parte dell’altimetro e un errore umano nella cabina di pilotaggio. Il bollettino delle vittime segnò 9 morti, 86 feriti e 126 sopravvissuti.
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Il giorno del disastro ai comandi del cockpit vi era l’aviatore Hasan Tahsin Arisan, considerato uno tra i maggiori piloti in termini di esperienza all’interno della compagnia aerea turca (THY). Secondo le ricostruzioni, l’apparecchio di marchio TC-JCE, si schiantò al suolo alle ore 9:31 UTC (10:31 CET) a Zwanenburg (Haarlemmermeer), durante la manovra di avvicinamento all’aeroporto di arrivo. Nell’incidente la struttura si spezzò in tre parti senza prendere fuoco: una fortuna per 126 passeggeri, usciti illesi dall’impatto, avvenuto a circa 3 km a nord della pista di Polderbaan (18R/36L).
Il risultato dell’inchiesta indicò la causa dell’incidente in un problema nell’altimetro, lo strumento che consente di misurare la distanza verticale di un velivolo da un altitudine. L’opzione segnava difatti una quota inesatta, quel giorno -8 piedi nonostante l’aereo si trovasse a 2000 piedi (600 metri); con conseguente ricablaggio delle opzioni della manovra di atterraggio da parte della modalità del pilota automatico. Un altro fattore di rischio fu individuato in un errore umano all’interno della cabina di pilotaggio. I membri dell’equipaggio si accorsero troppo tardi della condizione di stallo dovuta alla ripida perdita di velocità. Il comandante tentò di riparare la situazione ordinando massima potenza ai motori (autothrottle), ma dimenticandosi di deselezionare il pilota automatico, con conseguente rimodellamento meccanico dei motori alla potenza minima (idle).
Il bollettino delle vittime fu confermato dalle autorità locali: tra le vittime c’era il comandante, il copilota e il pilota in addestramento.
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