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Nei e tatuaggi: i rischi nascosti nella diagnosi del melanoma

L’Intergruppo Melanoma Italiano lancia l’allarme e pone l’accento sul tema dei tatuaggi che spesso nascondono il manifestarsi di infezioni e tumori della pelle.

La passione per i tatuaggi sta dilagando sempre di più e anche nel nostro Paese dati recenti ci fanno sapere che lungo la Penisola ci sono oltre 7 milioni di persone che hanno uno o più tatuaggi, pari al 12,8% della popolazione complessiva.

Trend confermato anche dal fatto che i saloni di tatuatori sono aumentati di qualche migliaio in soli quattro anni passando da 4mila a ben sopra le 8mila unità. Ciò che però è salito alla ribalta negli ultimi giorni è un tema caldo affrontato durante il convegno dell’Intergruppo Melanoma Italiano che ha fatto il punto sulla situazione dei melanomi che sempre di più colpiscono la popolazione e che però, proprio a causa dei tatuaggi, sono a volte non considerati.

L’argomento è stato affrontato anche dal Messaggero che ha posto inoltre l’accento sul fatto che “il 3,3% di chi si tatua ha una complicanza alla pelle dovuta a infezioni, allergie ai colori, reazioni granulomatose e solo uno su dieci, tra questi, ne parla con il proprio dermatologo”. Un’altra grande percentuale di persone invece interagisce solo con il proprio tatuatore che però non ha competenze mediche adeguate.

L’Intergruppo lo scorso 13 maggio in occasione del “Melanoma Day” ha quindi lanciato una campagna di sensibilizzazione per porre l’attenzione sul tema tatuaggi che molte volte coprono nevi sospetti portando alla luce melanomi solo quando è troppo tardi.

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Le raccomandazioni per chi ha tatuaggi

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Come ha spiegato Giuseppe Scarcella, responsabile nazionale del Dipartimento Laser & High Tech dell’Italian society of plastic-regenerative and oncology dermatology, occorre fare attenzione: “I nei non vanno mai tatuati. Questo può fare la differenza tra la vita e la morte. Visto che una diagnosi tardiva può rivelarsi fatale“.

La raccomandazione che gli specialisti danno a chi vuole farsi realizzare un tatuaggio, ma anche agli stessi tatuatori, è quella di mantenere almeno un centimetro di distanza tra il neo e il disegno.

I tatuaggi di per sé non sono responsabili della comparsa dei tumori della pelle, ma un’incisone realizzata con dell’inchiostro nero o colorato può essere fatale in quanto maschera mutazioni dei nei o della pelle sottostante.

Massima attenzione in particolare nei soggetti che fin dalla giovane età presentano una pelle molto pigmentata facilmente irritabile, oppure hanno una forte familiarità o una storia di tumori cutanei. Inoltre sempre meglio prendere appuntamento con il proprio dermatologo di fiducia ogni volta che si notano anomalie cutanee, o semplicemente per controlli di routine.

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