Tragedia sul Monte Bianco: sciatore e alpinista uccisi da due valanghe

Le vittime hanno perso la vita mercoledì (19 maggio). Il soccorso alpino locale: “i notevoli accumuli di neve richiedono vigilanza e rinuncia.”

 

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Ancora vittime sul Monte Bianco. L’ultima tragedia risale a ieri mattina, mercoledì 19 maggio, con la morte di uno sciatore e un alpinista, tragicamente uccisi da due valanghe distinte. Lo hanno annunciato i membri del soccorso alpino locale (PGHM). I comunicati ufficiali precisano che le slavine si sono verificate all’altezza dell’Alta Savoia. Nel dipartimento francese della regione Alvernia-Rodano-Alpi le escursioni sono state recentemente bollate come rischiose a causa delle elevate condizioni di instabilità lungo i fianchi e sulle vette della montagna più alta delle Alpi.

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Rischio valanghe: l’invito del soccorso alpino di Chamonix

 

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Secondo quanto riporta Le Figaro, la prima vittima è stata trascinata e seppellita dalla valanga in piena mattinata, intorno alle ore 10:30. Lo sciatore, 23 anni, stava scendendo in compagnia dell’amico 26enne sulla fiancata ovest del Couloir des Cosmiques, il cui apice culmina a circa 3.600 metri sul livello del mare. La vittima era in testa quando un blocco di neve si è spezzato sotto i suoi sci, trascinandola per oltre 500 metri. La sua salma è stata localizzato dal suo collega e da altri sciatori utilizzando il sistema Avalanche Victim Detector (DVA). Il giovane è stato in seguito estratto dai soccorritori del servizio alpino di Chamonix le Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne (PGHM). Vani i tentativi di rianimazione.

Due ore dopo, un’altra valanga si è rivelata fatale per un alpinista di 61 anni, definito dai conoscenti un escursionista esperto. Il giorno della tragedia, l’arrampicatore stava scalando l’altitudine di 3.750 metri sulla parete sud della cresta dei Cosmiques. La slavina lo ha travolto poco prima delle 12:45, trascinandolo per oltre 300 metri. La vittima è stata individuata dalle guide di alta montagna grazie alle sonde e ai dispositivi radar. La salma è stata poi estratta dalla neve con una pala dai soccorritori del PGHM del comune francese di Chamonix.

 

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I notevoli accumuli di neve nell’area, in parte dovuti al vento, richiedono grande vigilanza, ma soprattutto rinuncia.” – ha specificato il colonnello Stéphane Bozon, comandante dell’unità specializzata nel soccorso alpino.

Fonte Le Figaro

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