La tragedia ad alta quota risale al 9 gennaio 1997, quando l’Embraer EMB 120 precipitò durante la manovra di atterraggio.
Il disastro aereo del 9 gennaio 1997 riguarda il volo Comair 3272. La rotta aerea nazionale, che avrebbe dovuto collegare la stazione Internazionale di Cincinnati all’Aeroporto Metropolitano di Detroit-Contea di Wayne – fu affidata all’Embraer EMB 120, marchio di registrazione N265CA. Il giorno dell’incidente, il bimotore turboelica di linea sorvolava il cielo degli Stati Uniti volava con a bordo 29 occupanti, suddivisi in 26 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio.
Secondo le ricostruzioni delle indagini, all’origine dell’incidente vi fu la formazione di ghiaccio sulle ali dell’apparecchio, provocata a sua volta da un errore umano all’interno della cabina di pilotaggio. L’inosservanza del cockpit fu fatale per tutte le persone nella fusoliera: nessuno sopravvisse all’impatto.
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Le dinamiche dell’incidente e l’esito delle indagini
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Il giorno dell’incidente, il volo 3272 abbandonò Cincinnati alle ore 14:53 locali. I problemi iniziarono l’ora seguente, durante la manovra di avvicinamento all’aeroporto di destinazione, quello di Detroit-Contea di Wayne. L’incidente fu provocato da un errore umano all’interno del cockpit. Ai comandi c’era l’aviatore Dann Carlsen – 42 anni e 5 329 ore di volo, di cui 1 097 cicli su EMB-120, coadiuvato dal primo ufficiale Kenneth Reece, 29 anni.
Come richiesto dalla torre di controllo (ATC), i comandanti iniziarono a scendere di altitudine, effettuando una virata a sinistra su una prua di 90 gradi. Pochi minuti dopo l’aereo rollò in picchiata a 145 gradi alternati a destra e a sinistra. Il volo divenne presto incontrollabile e si schiantò in un campo agricolo nei pressi di Raisinville, nella contea di Monroe. Il caso fu affidato alla National Transportation Safety Board (NTSB), i cui ispettori bollarono la formazione di ghiaccio sulle ali come principale causa dell’incidente areo. Il bollettino delle vittime fu drammatico: 29 morti, nessun superstite.
Un ulteriore fattore contribuente all’incidente fu l’inosservanza da parte dei membri dell’equipaggio: i piloti a bordo non attivarono l’impatto antighiaccio, procedendo con la manovra di atterraggio a flap retratti.