La tragedia ad alta quota risale al 10 gennaio 1954, quando l’aereo precipitò nei pressi dell’isola d’Elba.
Il disastro aereo del volo BOAC 781 coinvolse un velivolo appartenente alla compagnia aerea British Overseas Airways Corporation (BOAC). Quel tragico 10 gennaio 1954, l’aeromobile trasportava a bordo 35 occupanti – suddivisi in 29 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio – da Singapore al Regno Unito. La rotta aerea prevedeva il transito dall’Aeroporto di Kallang alla stazione Londra-Heathrow con diversi scali intermedi; rispettivamente a Bangkok (Thailandia), Calcutta (India), Caraci (Pakistan), Manama (Bahrein), Beirut (Libano) e Roma (Italia). All’origine dell’incidente vi fu una decompressione esplosiva incontrollata, con conseguente cedimento strutturale a causa della corrosione del metallo. Il bollettino delle vittime fu drammatico: nessun sopravvissuto.
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Il 10 gennaio 1954, l’aeromobile – marchio di registrazione G-ALYP e numero di serie 06003 – precipitò nelle acque dell’Isola d’Elba, in Italia, provocando la morte di tutti gli occupanti a bordo. Il giorno dell’incidente il volo 781 partì dall’ultimo scalo previsto, quello di Roma, alle 10:31 locali (09:31 UTC), in direzione dell’Aeroporto di Londra-Heathrow. I problemi iniziarono intorno alle ore 10:50, quando la comunicazione tra il comandante del velivolo e il pilota di un Argonaut della BOAC, registrazione G-ALHJ, si interruppe bruscamente. Il relitto fu in seguito individuato e prelevato dal fondo del mare dalla Royal Aircraft Establishment (RAE) per effettuare le indagini.
Il giorno del disastro, ai comandi del cockpit c’era il giovanissimo aviatore Alan Gibson DFC. Il comandante, 31 anni, era stato assunto dalla compagnia aerea nel 1946. Fino al 10 gennaio 1954, l’esperto aveva collezionato ben 6.500 ore di volo ed era stato in precedenza premiato per la lodevole condotta tenuta durante l’incidente del 1951. Affianco a lui c’erano: il primo ufficiale William John Bury, 33 anni, con alle spalle circa 4.900 ore; l’ufficiale tecnico Francis Charles Macdonald, 27 anni e l’ufficiale radiofonico era Luke Patrick McMahon, 32 anni. Secondo i risultati delle indagini su 29 passeggeri 10 erano bambini. Tra le vittime si ricordano i volti di Chester Wilmot, noto giornalista australiano e storico militare della BBC, e Dorothy Beecher Baker, membro del gruppo religioso “Mani della Causa“.
L’esito dell’inchiesta individuò la causa principale dell’incidente nella decompressione incontrollata esplosiva in quota, con conseguente cedimento della struttura a causa della fatica del metallo.
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