Matteo Gasparini, capo dei soccorsi nella strage Stresa-Mattarone, ha dato la sua versione in merito alla tragedia. Purtroppo la scena era raccapricciante.
Dopo poco più di 24 ore dalla tragedia Stresa-Mottarone, nella quale sono morte quattordici persone tra cui un bambino, parla Matteo Gasparini capo dei soccorsi intervenuti sulla tragedia.
La corsa caduta nella giornata di ieri, domenica 23 maggio, era la numero 8. La funivia era partita dal lungolago di Stresa alle 11.50, si è fermata alle 12 alla stazione di Alpino, sarebbe dovuta arrivare alle 12.10 in vetta al Mottarone.
A pochi metri dall’arrivo si è consumata la tragedia nella quale sono morte quattordici persone.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —> Funivia Mottarone, la lotta dell’unico sopravvissuto: bimbo di 5 anni
Matteo Gasparini: “Una scena del genere non era immaginabile”
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —> Sanremo 2022, c’è la prima conferma ufficiale sul presentatore
Dopo la strage Stresa-Mottarone a parlare è Matteo Gasparini, capo del soccorso Alpino di Verbania Val d’Ossola. E’ ancora molto provato dalla scena raccapricciante che si è verificata, in 22 anni di servizio non ha mai visto nulla del genere.
Gasparini ha dichiarato alla redazione di leggo.it che una volta arrivato sul luogo della tragedia si aspettava di trovare i corpi nella cabina, invece ha visto la funivia esplosa e corpi sparsi intorno per oltre 30 metri.
Il soccorritore poi ha parlato dei due bambini coinvolti nella tragedia. Una volta stabilizzati dai soccorritori sono stati trasportati con gli elicotteri del 118, ma le condizioni erano apparse subito gravissime.
La scena che si è presentata ai soccorritori è stata agghiacciante, i corpi delle persone, gli effetti personali sparsi ovunque così come i rottami della cabina, un vero inferno.
Per quanto Gasparini abbia alle spalle 22 anni di esperienza ha faticato a gestire la situazione. Nessuno si sarebbe mai aspettato uno scenario simile, con corpi dilaniati e inermi.
Gasparini inoltre sottolinea che non ha mai avuto il minimo dubbio sulla sicurezza della funivia collaudata con l’Ustif, ma si è fatto un’idea della dinamica della tragedia.
Sostiene che sicuramente sono successe due cose, la prima è che il cavo si è staccato la seconda è che il freno di emergenza non ha funzionato.
La cabina è scivolata all’indietro, si è schiantata contro il pilone ed è caduta nel vuoto, è rotolata verso valle e si è schiantata contro gli alberi.