Carmen Consoli si esprime sulla fecondazione assistita. L’appello della cantante al governo sul tema scottante, in un’inaspettata e tagliente considerazione
Raffinata cantautrice, chitarrista e compositrice, pluripremiata e tra le più considerate, Carmen Consoli rappresenta un punto di riferimento nella musica italiana. Con 8 album in studio e quasi una ventina di tour, ha pubblicato enormi successi, di grande influenza anche per altri artisti, pur prediligendo sempre obiettivi artistici a quelli discografici.
Uno spirito libero dal punto di vista musicale e in esplorazione continua, dai territori del rock e cantautorato più morbido, dove non è mancata l’influenza della sua terra d’origine: la Sicilia.
Con e oltre i suoi splendidi brani, più di una volta si è schierata su temi di attualità, rilevanza enorme: capitalismo, ambiente, parità di genere e tanti altri. Ancora una volta si espone su un argomento scottante, spesso trascurato, ma che tocca in molti da vicino, lei in prima persona: la fecondazione assistita.
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Ospite nella terza puntata del podcast del Corriere della Sera “Mama non mama“, Carmen Consoli si esprime sulla fecondazione assistita con precisa consapevolezza. Esperienza vissuta dalla cantautrice, che torna a raccontare con intimità. Dopo la perdita del padre, all’età di 38 anni, nel confrontarsi con la madre sull’eredità, si rese conto di voler allargare la famiglia.
Senza un partner, si trovò a valutare l’opzione della fecondazione assistita, con uno studio mirato a comprenderne gli effetti sull’evoluzione degli individui cresciuti con genitori single. Dopo un’attenta ricerca che ha dato esiti positivi, come da lesi stessa dichiarato: “Con il giusto amore, e i punti di riferimento, crescono come ragazzi di famiglie etero cosiddette normali“, si informò per accedere alla pratica.
Un percorso lungo, costituito dai necessari viaggi a Londra, fino alla selezione del donatore non anonimo, laureato in medicina e appassionato di musica classica. Ora suo figlio ha 8 anni ed è cresciuto sereno e felice, circondato dall’amore di nonne e zii, suona la batteria e partecipa con qualche parola ai testi della madre.
Il racconto personale rilasciato al podcast diventa un vero e proprio appello: “Probabilmente qualcuno al governo italiano ci sta pensando di portare questa pratica anche qui no? Io sono il test. E insieme a me, credo, Gianna… Tante altre persone in Italia hanno fatto questo e sono tanti, sono veramente tanti che popolano questo Paese e che hanno fatto ricorso a questo tipo di fecondazione“.
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