Il Paese è sull’orlo del collasso. La notizia dell’arresto dei politici arriva nove mesi dopo il colpo di stato da parte dell’esercito.
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La crisi continua in Mali. Da nove mesi; precisamente dal 18 agosto 2020 – giorno del golpe da parte dell’esercito – lo Stato interno dell’Africa occidentale è sull’orlo del collasso politico e civile. L’ultima notizia della Repubblica bagnata dal Niger risale a lunedì 24 maggio, data dell’arresto del Presidente Bah Ndaw e del Primo ministro Moctar Ouane. Al momento, alcun reclamo o discorso ufficiale è stato proclamato dai militari.
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Il blitz del 24 maggio è una fotocopia del 18 agosto 2020
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I militari hanno prelevato i due leader attraverso un blitz, organizzato a poche ore dal rimpasto di governo da parte delle due figure politiche, protagoniste del colpo di stato dello scorso agosto 2020. Secondo quanto riportano le fonti ufficiali, i due uomini sono stati trasferiti in una roccaforte della Difesa maliana, a pochi chilometri dalla capitale Bamako, città più popolosa del Mali. La notizia è stata asserita da un alto funzionario militare, il quale ha precisato senza fornire ulteriori dettagli che “il presidente e il primo ministro si trovano a Kati per questioni che li riguardano.”
Alla base dell’assalto vi sarebbe la disapprovazione dell’esercito riguardo alla formazione del nuovo esecutivo, la cui compagine è stata annunciata lunedì 24 maggio attraverso il comunicato delle autorità transitorie. L’arresto è stato confermato anche da un alto funzionario del governo, il quale ha precisato in condizioni di anonimato che i due leader sono stati trasferiti a Kati. Lo scorso 18 agosto 2020, l’epicentro dell’apparato militare maliano ha ospitato il presidente eletto Ibrahim Boubacar Keïta, portato in base con la forza dalla giunta golpista per proclamare ufficialmente le sue dimissioni.
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Un’autorità di transizione, intervistato da Le Monde, ha etichettato il blitz come “una fotocopia del 18 agosto 2020“.
Fonte RFI