Elisa Toffoli, la terribile esperienza con un produttore maschilista

Elisa Toffoli racconta intimamente il terribile episodio di un incontro con un produttore maschilista prima dei suoi esordi: le parole della cantautrice

Elisa Toffoli lutto
La cantautrice Elisa (Getty Images)

Pluripremiata per quanto riguarda ogni tipo di riconoscimento musicale in Italia, con 10 album pubblicati e 5,5 milioni di dischi venduti, ed il seguito ottenuto anche in Europa e Nord America: Elisa Toffoli in 20 anni di carriera ha raggiunto i più ambiti risultati.

Cantautrice, compositrice, polistrumentista ed anche produttrice, ha indagato con successo altri luoghi dell’espressione artistica, prestandosi alla recitazione teatrale, doppiaggio, fotografia e persino scrittura. Un’artista a tutto tondo, che dagli esordi rappresenta una perla nel panorama italiano.

Eppure persino ad una detentrice di talento così manifesto, è toccato l’ostacolo del più aberrante maschilismo: “Pensa solo a cantare“. Il racconto intimo della cantante, il cui tempismo suggerisce una netta posizione.

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Elisa Toffoli, il produttore maschilista: “Lascia stare la scrittura”

 

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Durante il caso di Aurora Leone, attrice e parte del famoso collettivo The Jackal, che ha scosso il web in seguito alla denuncia social dell’episodio di maschilismo avvenuto nella circostanza dell’evento benefico della “Partita del cuore“, il post di Elisa Toffoli assume le sembianze di una posizione.

Le circostanze sono differenti, come il periodo ed il giudizio, ma il significato è lo stesso, racchiuso nella sostanza di un “divieto” ingiustificato, che avrebbe l’intento di far sentire fuori posto l’altra in quanto donna. Elisa Toffoli racconta su Instagram l’episodio in cui un produttore musicale tentò di dissuaderla dalla scrittura e qualsiasi altro tipo di produzione: “Sei carina, pensa a cantare, lascia stare la scrittura“.

La cantautrice racconta il dolore di quella terribile esperienza: “Avevo quindici anni e quelle parole mi fecero venire una gastrite che durò per dei mesi. Avrei dovuto lasciar stare anche la produzione, gli arrangiamenti, la curiosità per tanti strumenti, perchè era tutto troppo“.

Prosegue la cantautrice: “Sarebbe bastato sorridere, “mettermi carina”, cantare bene e “tenermi da conto”. Queste sono state le parole di un produttore maschilista in cui sono inciampata prima ancora dei miei esordi“.

Poi racconta l’incontro con Tina Turner e le parole dell’autorevole artista rivolte a Elisa Toffoli, che lavorava all’arrangiamento del loro duetto: “Sono molto orgogliosa di te, donne come te stanno cambiando il mondo. Quando ero giovane io, quello che stai facendo tu oggi qui con me sarebbe stato impensabile“.

Elisa Toffoli
Elisa (Getty Images)

Tutto questo è stato restituito dalla cantautrice per soffermarsi su un semplice eppure (purtroppo) così necessario messaggio: “Non lasciamo che nessuno ci dica che questo non è il nostro posto“.

 

 

 

 

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