La tragedia ad alta quota risale 31 ottobre 2015, quando un attentato terroristico fece schiantare l’Airbus A321 sulla Penisola del Sinai.
Il disastro aereo del 31 ottobre 2015 coinvolse l’Airbus A321, marchio di registrazione EI-ETJ. All’apparecchio di linea bimotore a fusoliera stretta fu affidato il Volo Metrojet 9268, la rotta aerea che avrebbe dovuto collegare la Russia all’Egitto passando dall’Aeroporto Internazionale di Sharm el-Sheikh alla stazione di San Pietroburgo-Pulkovo. Il giorno del disastro l’aeromobile trasportava a bordo 224 persone, suddivise in 217 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio, quando precipitò improvvisamente all’altezza della Penisola del Sinai. Lo schianto fu conseguente a un attentato terroristico. Il bollettino delle vittime fu drammatico: nella tragedia ad alta quota persero la vita tutti gli occupanti; nessun sopravvissuto.
NON PERDERTI ANCHE >>> Disastri aerei, Volo TransAsia Airways 222: 48 morti, 10 feriti – FOTO
L’attacco è stato rivendicato dall’ISIS il 18 novembre 2015
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Disastri aerei, volo BOAC 781: 35 morti, 0 sopravvissuti – FOTO
Il volo internazionale 9268 era un collegamento charter operato dalla compagnia Metrojet. Quel tragico 31 ottobre 2015 provocò la morte di tutti i 224 occupanti a bordo. Il velivolo coinvolto fu progettato nel 1997 e spinto dalla potenza bimotore IAE-V2500. L’Airbus – numero matricola 663 – fu consegnato alla compagnia aerea russa, precedentemente Kolavia, con il medesimo marchio di registrazione (EI-ETJ) il 1º maggio 2012. Le indagini furono affidate a una squadra di investigatori egiziani con la supervisione del Primo Ministro di Egitto.
Secondo quanto prelevato dai dati registrati dalle scatole nere nel cockpit, il velivolo aveva sorvolando la volta a 9.400 metri di altitudine per una velocità di 520 km/h. Il comunicato ufficiale dell’Autorità dell’Aviazione civile egiziana, formata da 47 specialisti – con il supporto di russi, irlandesi, francesi e tedeschi, nonché dai membri dell’azienda produttrice dei due motori – riportò l’esatta localizzazione del relitto: i rottami si sparsero lungo un’area di circa 13 chilometri, spia di una possibile esplosione a bordo. L’ipotesi fu confermata dall’analisi dei dati: la registrazione fu bruscamente interrotta 23 minuti dopo il decollo, avvenuto alle 3:50 locali.
Lo Stato Islamico (ISIS) rivendicò l’attacco il 18 novembre 2015 sulla rivista ufficiale del califfato Dābiq: l’ordigno era stato posizionato all’interno di una lattina e imbarcato sotto il sedile di un passeggero.