Scoperta agghiacciante: ritrovati corpi di 215 bambini

I resti sono stati rinvenuti in prossimità di un istituto scolastico gestito dalla chiesa cattolica.

 

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Agghiacciante rinvenimento in Canada, nel Nord America, dove lo scorso giovedì 27 maggio sono stati ritrovati resti appartenenti a circa 215 minori. I corpi sono stati rinvenuti nei pressi di un istituto scolastico. Siamo nei dintorni della Kamplloops Indian Resident School. L’ex scuola residenziale era stata fondata nel 1800 dalle autorità locali e dalla chiesa cattolica per garantire l’istruzione e l’integrazione culturale dei figli di nativi americani una volta separati dai loro genitori.

La notizia è stata annunciata dalla comunità indigena locale, ancora scioccata per l’accaduto. Secondo quanto riporta la fonte ufficiale, le porte dell’istituto, uno dei più grandi del Paese, aveva dato avvio al suo programma nel XIX secolo e chiuse definitivamente i battenti nel lontano 1978.

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Gli orrori tra le mura della Kamploops Indian Residential School

 

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Stando a quanto riferisce la comunità dei nativi della British Columbia meridionale, citata dai notiziari, i resti sono stati ritrovati in una fossa comune nei pressi della Kamploops Indian Resident School. I corpi appartengono a circa 215 bambini, di cui alcuni di tenerissima età: i più piccoli hanno solo 3 anni. Alcune testimonianze riportate dai media locali riportano che i bimbi erano spesso vittime di violenze e abusi sessuali, nonché gravi forme di stigma e discriminazione tradotte per molti di loro in esecuzioni fatali. “Molti di loro non erano neanche registrati […] alcuni avevano appena tre anni.” – ha precisato Rosanne Casimir, capo della comunità nella città di Kamloops. La direttrice e medico legale della British Columbia, Lisa Lapointe, ha annunciato all’emittente canadese CBC l’avvio alle indagini.

 

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Dal 1863 al 1998 circa, più di 150.000 bambini indigeni sono stati prelevati dalle loro famiglie e inseriti in istituti simili con tali “politiche vergognose”, così le ha definite la ministra canadese per le relazioni indigene Carolyn Bennett.

Fonte Reuters

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