Vaccino: sospesi trenta no vax attivi in ambito sanitario

Vaccini: trenta dipendenti dell’Asp rifiutano di sottoporsi al vaccino nonostante l’obbligatorietà fissata dal Decreto

sospesi dipendenti asp
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Si sarebbero rifiutati di sottoporsi alla vaccinazione, ormai obbligatoria per medici, infermieri e operatori socio-sanitari, i dipendenti dell’Asp di Ragusa. L’obbligatorietà, prescritta dal decreto legge di aprile, non lascia alternative e così l’azienda sanitaria provinciale di Ragusa si è vista costretta a renderla operativa, dopo aver richiamato i suddetti al proprio dovere, senza successo.

Il Decreto dell’1 aprile 2021, infatti, “al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza”, prevede la vaccinazione de “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario” quale requisito “essenziale per l’esercizio della professione”. Si tratta ovviamente di categorie altamente esposte al pericolo di contagio e che, più di altre, necessitano di raggiungere un buon livello di immunizzazione.

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Pandemia: l’Asp di Ragusa sospende trenta dipendenti

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Sarebbero circa trenta i dipendenti dell’Aps di Ragusa che subiranno gli effetti dell’applicazione del Decreto legge che prevede l’obbligo, da parte degli operatori in ambito sanitario, di sottoporsi alla vaccinazione gratuita. Il Decreto, infatti, vi include un’ampia gamma di professionisti tra “farmacisti, medici chirurghi, odontoiatri, veterinari, biologi, fisici, chimici, psicologi, nonché degli esercenti le professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione”.

Il provvedimento intrapreso, con effetto immediato, dall’Asp si estenderà fino al 31 dicembre: i dipendenti interessati saranno sospesi senza percepire stipendio. Costoro peraltro erano già stati avvisati preliminarmente: il mancato provvedimento, entro cinque giorni dall’ordine, avrebbe fatto scattare l’applicazione del decreto.

Si ingrossano, dunque, le fila di quanti rifiutano l’immunizzazione da parte dei professionisti in ambito sanitario; seppur in calo, infatti, persiste un preoccupante diniego da parte di quanti potrebbero essere potenziali veicoli di diffusione di contagio. Da parte di chi, quindi, dovrebbe garantire sicurezza e salvaguardia della salute ai propri pazienti.

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La speranza, dunque, è quella di ravvedimento generale che possa sanare una situazione paradossale.

 

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