L’attacco, avvenuto la sera di martedì 8 giugno, è stato rivendicato dal gruppo dello Stato Islamico.
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Almeno 10 morti e 16 feriti: questo è il bilancio delle vittime dell’attentato condotto dai talebani in Afghanistan. L’attacco, avvenuto la sera dell’8 giugno, ha provocato la morte di 10 sminatori della HALO TRUST, l’organizzazione non profit britannica che si occupa della rimozione dei detriti lasciati dalla guerra; in particolare delle mine antiuomo. Con oltre 6.000 membri sparsi in tutto il mondo, la più grande attività di HALO è attualmente operativa in Afghanistan, con l’avvio del Programma di azione contro le mine per l’Afghanistan (MAPA). La notizia dell’attentato trova conferma anche nel comunicato dell’organizzazione non governativa. A seguire i dettagli riportati dal CEO James Cowan.
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La testimonianza di un sopravvissuto
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Secondo quanto riporta il CEO di HALO TRUST James Cowan, l’attentato, rivendicato dal gruppo dello Stato Islamico, è avvenuto intorno alle ore 21:50 locali di martedì 8 giugno. Nell’attacco hanno perso la vita 10 membri dello staff di HALO; mentre 16 sono rimasti feriti. L’assalto è durato due ore, fino a mezzanotte, ed è stato condotto da un gruppo di uomini armati dal volto mascherato, i quali hanno fatto irruzione e hanno aperto il fuoco in un campo di sminamento controllato dalle forze governative nella provincia di Baghlan in Afghanistan, a circa 260 chilometri a nord di Kabul.
Un sopravvissuto ha confessato ai media che il gruppo di criminali ha chiesto se ci fosse qualche hazara – minoranza sciita nel mirino degli insorti – tra gli sminatori prima di aprire il fuoco.” Il CEO di HALO TRUST condanna vivamente l’aggressione al personale dell’organizzazione, in servizio per scopi esclusivamente di carattere umanitario.
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“Ora tutte le nostre forze sono indirizzate alla cura dei feriti e al sostegno ai nuclei familiari colpiti.“, ha concluso James Cowan.
Fonte The Print