La tragedia ad alta quota risale al 25 gennaio 2010, quando il Boeing 737-8AS precipitò nel Mar Mediterraneo.
Il disastro aereo del 25 gennaio 2010 riporta il nome di Ethiopian Airlines 409. Il volo di linea internazionale avrebbe dovuto collegare l’Aeroporto Internazionale di Beirut Rafic Hariri, in Libano alla stazione Addis Abeba-Bole, in Etiopia. La rotta fu affidata al Boeing 737-8AS con marchio di registrazione ET-ANB e numero di serie 29935. Prima di essere acquistato dalla compagnia aerea Ethiopian Airlines nel 2009, l’aeromobile fu dapprima affidato alla Ryanair nel lontano 4 febbraio 2002 con marche EI-CSW. L’ultima operazione di manutenzione fu avviata il 25 dicembre 2009 e la riconfigurazione fu effettuata senza riscontro di anomalie a bordo. Il giorno della tragedia, il velivolo bireattore a fusoliera stretta non raggiunse mai l’aeroporto di destinazione: il Boeing affondò nel Mar Mediterraneo pochi minuti dopo il decollo in condizioni atmosferiche tempestose. Il bollettino delle vittime fu drammatico: 90 vittime, nessun superstite.
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Il 25 gennaio 2010 il Boeing 737-8AS partì dall’Aeroporto Internazionale di Beirut Rafic Hariri con 90 occupanti, suddivisi in 82 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio. Quel giorno, il tempo non era favorevole al volo con, secondo quanto riferito dai dati del METAR, forti probabilità di windshear, di cui vento di 8 nodi di direzione variabile e temporali nei pressi dell’aeroporto. Nonostante le condizioni meteorologiche avverse, l’aeromobile lasciò l’aeroporto di partenza e avviò la manovra di salita fino a raggiungere i 9000 piedi di quota prima di perdere definitivamente i contatti radar con la torre di controllo. I dati della commissione d’indagine, stimano un tempo pari a circa quattro-cinque minuti dopo il decollo. Alcuni testimoni confessarono ai media di aver notato l’apparecchio precipitare in mare e incendiarsi. Il rapporto finale dell’inchiesta fu pubblicato dal Ministro dei Trasporti libanese il 17 gennaio 2012.
La commissione d’indagine appurò il fattore contribuente all’incidente non nel maltempo, bensì in un errore umano all’interno della cabina di pilotaggio; in particolare nell’incapacità da parte dei membri dell’equipaggio di gestire velocità, altitudine e posizione del velivolo. Il conseguente volo incontrollato fu all’origine dell’ineluttabile disastro.
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