Pippo Baudo. Il presentatore siciliano ha festeggiato da poco il suo 85° compleanno. Ha ripercorso la sua carriera e ricordato un collega che non c’è più
Pippo Baudo, nato il 7 giugno del 1936 a Militello, in provincia di Catania, ha da poco spento 85 candeline. Il noto conduttore ha speso quasi interamente la sua vita al servizio del mezzo televisivo di cui è maestro e profondo conoscitore.
In occasione del suo recente compleanno, personaggi celebri hanno espresso sentimenti di gratitudine e lasciato un messaggio di tributo nei suoi confronti, poiché artefice delle carriere di molti di loro. Baudo è anche incorso in una piccola polemica causata dai toni di critica all’indirizzo dei colleghi Carlo Conti e Paolo Bonolis, rei (a suo parere) di proporre format ripetitivi e ormai esauriti di mordente.
In un’intervista rilasciata a “TvBlog” ha ripercorso i suoi inizi e raccontato del “debito” nei confronti di un’altra figura imponente del panorama televisivo italiano che ormai non c’è più.
Pippo Baudo aveva solo 6 anni quando venne rapito dal fascino del palcoscenico e capì quale sarebbe stata la sua strada per il futuro. Interpretava a teatro il ruolo del figlio di Santa Rita Da Cascia. “Quell’esperienza si rivelò così profonda che il palcoscenico mi conquistò e non mi abbandonò più. Man mano che crescevo pensavo ad esibirmi, allo spettacolo. Diciamo che ero predestinato” – ha dichiarato il noto presentatore.
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Il primo impatto con la televisione, in veste da spettatore, avvenne grazie a Mike Bongiorno, altro grande dello spettacolo nostrano. “Nel 1956 venne installato un grande ripetitore sul Monte Faito in Campania che consentì al segnale di arrivare in Sicilia” – ricorda Baudo. “Era già esploso il grande successo di ‘Lascia o Raddoppia’. I proprietari dei cinema decisero di proiettare in sala la trasmissione di Mike e noi andavamo a vederla là”.
Il suo programma d’esordio risale al 1959, s’intitolava “Guida degli emigranti”. “Mi portarono a visitare gli emigranti in giro per l’Europa. In Belgio conobbi il padre del cantante Adamo, era un minatore” – ha detto il conduttore siciliano.
Grande nostalgia anche per il suo passato da speaker radiofonico: “Se ho una pronuncia italiana quasi perfetta lo devo alla radio”. Non solo, i ricordi si fanno più vividi pensando al rapporto con un collega, scomparso nel 1999. Stiamo parlando del grande Corrado.
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Le loro carriere sono intrecciate; Baudo, infatti, spesso ereditava i programmi del presentatore romano come “Gran Galà”, “Canzonissima” e “Domenica In”: “Lasciò Domenica In perché aveva litigato col presidente della Rai Paolo Grassi che lo aveva criticato, definendo il contenitore privo di cultura. A quel punto chiamarono me, presi il suo posto senza volerlo”.
Com’era il loro rapporto personale? “Non potevi non volere bene a Corrado” – ha dichiarato Pippo Baudo – “possedeva la tipica ironia e comicità romana. Ma non era affatto cattivo”.
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