“Un giorno in Pretura”, Clizia Forte chi è: tutto sulla rapina con omicidio

A “Un giorno in Pretura” la storia di Clizia Forte, moglie del vigilantes Manlio Soldani, che ha indotto il marito a compiere una rapina il cui esito si è rivelato drammatico.

Roberta Petrelluzzi Un giorno in pretura
La conduttrice di “Un giorno in Pretura” Roberta Petrelluzzi (foto dal web)

Sabato 12 giugno va in onda su Rai Tre in seconda serata un’altra puntata di “Un giorno in Pretura“, il programma della notte dedicato agli incredibili casi giudiziari che hanno sconvolto il Paese.

Il “colpo” fallito di Manlio Soldania e la regia occulta della moglie Clizia

Protagonista della puntata del 12 giugno di “Un giorno in Pretura” il caso giudiziario del vigilantes che tenta una rapina alla cassa continua di un supermercato ma qualcosa va storto.

Un giorno in Pretura
A “Un giorno in Pretura” il caso del vigilantes e la rapina finita nel sangue. La regia occulta era della moglie Clizia (foto dal web)

Era il 15 ottobre del 2012 quando alla “Pisana”, in zona Ponte Galeria a Roma, Manlio Soldani, una guardia giurata armata e con il volto coperto da un passamontagna, si presentò armato al supermercato Todis in via Carafa.

Quel giorno Manlio Soldani era convinto di mettere a segno un colpo che gli avrebbe fruttato ben 600mila euro. Tuttavia il 15 ottobre 2012 per lui fu l’inizio della fine. La rapina fu un vero e proprio bagno di sangue e per il vigilantes si spalancarono le porte del carcere.

A pianificare tutto nei minimi dettagli però non fu la guardia giurata bensì la moglie Clizia Forte che di questa storia è stata attrice, regista e sceneggiatrice. La donna aveva iniziato a progettare il suo diabolico piano sin dall’autunno del 2012 in cui Clizia contattò un figurante.

Quest’uomo avrebbe dovuto impersonificare un poliziotto corrotto, un agente dei Nocs, che avrebbe dovuto convincere il marito Manlio a commettere il reato. Tuttavia, il vigilantes inizialmente non credette che un poliziotto potesse architettare un simile piano.

Così scattò la seconda fase del piano della diabolica Clizia che fece incontrare per caso il marito con “l’attore” a una festa e i due riuscirono a trovare un accordo. Il colpo si farà.

All’alba del 15 ottobre Manlio Soldani si presentò in un luogo pianificato con il sedicente poliziotto via sms. A messaggiare con il vigilantes però era la moglie Clizia che lo guidava passo passo in ogni mossa.

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Quel giorno fu una carneficina, ci fu un conflitto a fuoco che coinvolse Salvatore Proietti, 55 anni, di Roma, il quale fu colpito da due proiettili e perse la vita settimane dopo all’ospedale San Camillo. Il collega Gianluca Palomba, invece, fu colpito di striscio da un proiettile ma riuscì a salvarsi.

Era lei che guidava il marito a far fare certe cose“, racconta in Tribunale un testimone. “In vita mia non ho mai pensato nella maniera più assoluto. Finché avrò vita dirò la verità perché la verità è dentro di me“, scrive in una lettera Manlio Soldani, l’autore materiale del delitto, in una lettera letta dal suo avvocato durante il procedimento.

Così la Cassazione ha condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione per concorso in omicidio premeditato Clizia Forte, moglie del vigilantes Manlio Soldani.

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