“Era praticamente morto” parla il medico. Le condizioni di Eriksen

Arrivano ulteriori aggiornamenti riguardo il ricovero di Christian Eriksen, parla il medico e spiega come sta il calciatore danese.

 

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In seguito a quanto accaduto durante la gara Danimarca-Finlandia al difensore dell’Inter Christian Eriksen, arrivano le prime parole del medico che spiega le sue attuali condizioni di salute.

Il calciatore danese si è accasciato a terra durante la gara senza aver avuto nessun contrasto scaturendo la preoccupazione di tutti i presenti. I medici sono prontamente intervenuti e grazie ad un massaggio cardiaco sono riusciti a salvare la vita al ventottenne.

Nella giornata di oggi, il medico Morten Boesen, ha spiegato come sta Christian Eriksen, nel corso della conferenza stampa:

È di buon umore e tutti i test finora sembrano a posto. Non c’è ancora una spiegazione su quanto accaduto ed è questo uno dei motivi per cui è ancora in ospedale. È per scoprire cosa sia successo. Se n’era andato, praticamente era morto… Era in arresto cardiaco. Non so come abbiamo fatto a rimetterlo al mondo, è successo tutto in maniera così veloce. Io non sono un cardiologo, non posso scendere nei dettagli, per quello ci sono gli specialisti, esperti della materia”, ha concluso.

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Le parole del ct Hjulmand

 

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Appena Eriksen si è ripreso, i compagni di squadra hanno avuto un incontro video con lui e hanno ricevuto sostegno dagli psicologi che hanno raggiunto l’Hotel Marienlyst dove la nazionale svedese alloggia.

Il ct Hjulmand ha raccontato:

Christian era preoccupato per noi e per la sua famiglia, ha detto che non si ricordava molto e che era preoccupato per noi. È tipico di lui, questo dimostra che grande giocatore e che grande persona sia. Voleva che giocassimo, è un calciatore e si sente meglio quando si gioca a calcio. Cercheremo di giocare per lui”.

E a proposito della ripresa della gara ha aggiunto:

“Penso che sia stato sbagliato far scegliere ai giocatori tra le due possibilità. Erano in condizioni di stress e non sapevano come stesse il loro amico. Ho la sensazione che non avremmo dovuto giocare, magari saremmo dovuti solo salire sul bus e andare a casa. Ma è una cosa che penso ora, è stata una decisione difficile. Penso che sia stato sbagliato far scegliere ai calciatori. Io sono orgoglioso di loro, intendiamoci.”

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Ieri abbiamo visto cosa è il calcio cioè spirito di squadra, compassione, amore. È stato anche un grande segnale”, ha concluso.

 

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