La tragedia ad alta quota risale al 29 novembre 2013, quando l’Embraer E190 precipitò nel parco nazionale di Bwabwata.
Il disastro aereo del 29 novembre 2013 coinvolse la rotta LAM Mozambique Airlines 470. Il volo di linea internazionale, che avrebbe dovuto collegare l’Aeroporto di Maputo, Mozambico, alla stazione di Luanda, ad Angola, fu affidato all’Embraer E190. Il velivolo – marchio registrazione C9-EMC e numero di serie 581 – fu progettato nell’ottobre 2012 e acquistato dalla LAM Mozambique Airlines nel mese successivo. Il giorno della tragedia, l’aeromobile partì con a bordo 33 occupanti, di cui 27 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio. Tuttavia, l’aereo non riuscì mai a giungere a destinazione: il 29 novembre 2013 l’Embraer E190 si schiantò a metà volo, precipitando nel parco nazionale di Bwabwata, in Namibia. Nessuno sopravvisse all’incidente.
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Fino al giorno dell’incidente, l’apparecchio aveva collezionato oltre 2900 ore di volo suddivise in 1900 cicli tra manovre di decollo e atterraggio. L’ispezione più recente all’aeromobile bimotore, alimentato dalla turboventola General Electric CF34-10E, fu effettuata il 28 novembre 2013, il giorno prima della tragedia. Come da programma, il 29 novembre 2013, l’Embraer E190 abbandonò la stazione di Maputo alle ore 11:26 locali (09:26 UTC), in direzione dell’all’aeroporto di Quatro de Fevereiro, ad Angola, con atterraggio previsto per le ore 14:10 (13:10 UTC).
I problemi si verificarono a metà volo, quando il velivolo iniziò a perdere ripidamente quota a metà tra Maputo e Luanda a una velocità di circa 30 m/s. Sei minuti dopo, raggiunti i 910 metri sul livello del mare, la localizzazione dell’apparecchio bimotore sparì completamente dai radar. L’ultima comunicazione con la torre di controllo avvenne alle ore 13:30 CAT (11:30 UTC), nella Namibia settentrionale. In pochi attimi l’aereo precipitò nel parco nazionale di Bwabwata. Il conseguente incendio provocò la completa distruzione del velivolo. Nell’impatto morirono tutti i 33 occupanti a bordo. Il caso fu affidato all’NTSB statunitense con la supervisione della Mozambican Civil Aviation Institute (IACM). A seguire i risultati dell’analisi dei registratori di volo.
La commissione d’indagine appurò il fattore principale dell’incidente in un atto deliberato all’interno della cabina di pilotaggio: secondo la commissione d’indagine il pilota fece volontariamente schiantare l’aereo.