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Scomparsi | Pasqualino Porfidia, il bimbo svanito nel nulla tornando a casa

Pasqualino Porfidia aveva solo 8 anni quando è scomparso da Marcianise (Caserta) nel maggio del 1990.

Pasqualino Porfidia (Chi l’ha visto?)

Pasqualino Porfidia aveva solo 8 anni quando è scomparso nel nulla. Come tutti i bambini della sua età, amava giocare a pallone con gli amici, trascorreva in totale spensieratezza le sue giornate e soprattutto viveva in una piccola realtà, quella di Marcianise. Un comune in provincia di Caserta dove i genitori permettevano ai figli di uscire in libertà, senza il pensiero che potesse accadergli qualcosa. Eppure nel caso di Pasqualino così non è stato.

La mattina del 7 maggio del 1990 stava rientrando a casa. Doveva percorrere solo un vicolo, quello che lo separava dal campo di fortuna dove aveva giocato a calcio con i suoi coetanei da casa, ma di lui in quel brevissimo tragitto si perse ogni traccia.

Pasqualino Porfidia, il bambino scomparso da Marcianise (Caserta) il 7 maggio del 1990

La madre lo stava aspettando a casa per il pranzo, ma di Pasqualino neppure l’ombra. Una circostanza che in pochissimo tempo allarmò la donna, la quale si recò immediatamente dalle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto. Ma le ricerche si attivarono soltanto nel pomeriggio per protrarsi tutta la notte ed i giorni seguenti.

Pasqualino Porfidia (screenshot Chi l’ha visto?)

Vennero coinvolti vigili urbani, polizia, carabinieri, vigili del fuoco, volontari. Ogni singola unità si mise a scandagliare palmo a palmo la zona. Cercarono il piccolo Pasqualino nei pozzi, nei canali, la zona vicino la stazione e finanche le fognature che arrivavano in mare. Nulla, di lui nessuna traccia.

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Iniziarono, quindi gli interrogatori: vennero sentiti parenti, amici anche estranei. Ma gli inquirenti non riuscirono a trovare nessun elemento utile se non che l’ultima volta il bambino era stato visto su una panchina intorno alle 11:30.

Il caso venne trattato sin da subito dalla redazione di “Chi l’ha visto?“. Una trattazione che scosse i compagni di scuola del bambino i quali iniziarono a farsi avanti, fornendo agli inquirenti informazioni che portarono le indagini a battere una nuova pista. Nei giorni precedenti la scomparsa, intorno alla casa di Pasqualino pare girassero due auto: una Lancia Beta ed un Alfa Sud.

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Non solo, i compagni di Pasqualino parlarono di un uomo: una persona che in svariate occasione si sarebbe recata nei pressi dei luoghi frequentati dal loro gruppetto, una sala giochi, distribuendo denaro: mille lire ciascuno.

Le indagini però non portarono a nulla, fino a quando nel 1998 la Procura di Santa Maria Capua Vetere riaprì le indagini. Vennero riascoltati tutti i bambini – divenuti ormai maggiorenni- e la madre di Pasqualino disse che a suo avviso il parroco del Paese avrebbe saputo più di quello che diceva di sapere. Ma il prete smentì categoricamente, affermando di non essere in possesso di alcuna informazione utile alle indagini.

La nota trasmissione di scomparsi, nel 2000 riuscì a mettersi in contatto con un cugino di Pasqualino il quale aggiunse dei dettagli importanti intorno alla figura di quell’uomo che spesso si vedeva bazzicare la sala giochi. Disse che spesso quella persona, sulla trentina, cercava di vendere ai ragazzi riviste pornografiche. Materiale che poi venne rinvenuto all’interno di una cassettina nei pressi della stazione dove i bambini spesso si ritrovavano per trascorrere del tempo insieme.

Una scossa alle indagini la diede un caso di suicidio registratosi a Milano. Si trattava di un uomo che prima di togliersi la vita avrebbe lasciato una lettera nella quale spiegava che da bambino nel suo paese, Marcianise, aveva subito abusi sessuali da parte di un uomo. Quest’ultimo lo andava a prendere a scuola e poi lo portava nel campetto proprio dove venne visto per l’ultima volta Pasqualino.

Gli anni passarono e purtroppo il caso rischio l’archiviazione. Il 7 marzo del 2014 i familiari di Pasqualino proposero un’istanza di indagini suppletive accolta dal Gip. Vennero ispezionati altri cunicoli che all’epoca della scomparsa furono tralasciati. Inoltre, l’avvocato della famiglia affermò che, con la strumentazione di ultima generazione come i georadar, le ricerche avrebbero potuto essere maggiormente precise.

Inoltre, sempre secondo il legale, era indispensabile risentire gli amici di Pasqualini che di certo avevano acquisito una sensibilità diversa dettata dall’età. La prima vera svolta giunse nel mese di maggio del 2014. Alcuni frammenti di ossa e pezzi di abiti vennero rinvenuti nei pressi del campo dove il bambino di solito giocava con gli amici. Una notizia che toccò particolarmente la madre, la quale svenne istantaneamente. Eppure bisognava attendere ulteriori analisi perché si sarebbe potuto trattare anche di resti animali. Ed in effetti, fu così.

All’esito di tale ritrovamento una donna disse di aver rivelato in confessione al prete del Paese che Pasqualino l’aveva visto salire a bordo di un’auto. Una dichiarazione che nonostante le smentite del prete, diede conferma alla madre del piccolo che l’uomo sapesse più di quanto diceva.

(Getty Images)

Nonostante tutti questi rilievi, confessioni, lettere del piccolo Pasqualino Porfidia non seppe più nulla: il suo è un caso rimasto a vagare nel nulla.

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