La tragedia ad alta quota risale al 31 luglio 1992, quando l’Airbus 310-304 precipitò durante la manovra di avvicinamento a Kathmandu.
Il disastro aereo del 31 luglio 1992 riguarda il volo Thai Airways International 311. La rotta aerea fu affidata all’Airbus 310-304. Il velivolo di linea – marchio di registrazione HS-TID e numero di serie – avrebbe dovuto collegare la Tailandia al Nepal passando per i rispettivi aeroporti di Don Mueang, a Bangkok, e di Tribhuvan, a Kathmandu. Il giorno dell’incidente, l’aeromobile trasportava a bordo 113 occupanti, suddivisi in 99 passeggeri e 14 membri dell’equipaggio. L’aereo non riuscì mai a toccare il suolo della stazione di destinazione: il volo precipitò alle ore 07:00:26 UTC (12:45:26 NST; 14:00:26 ICT) contro una montagna a un’altitudine di 3.505 metri e una velocità di 300 nodi. L’impatto fu localizzato a circa 37 chilometri a nord di Kathmandu: nessuno sopravvisse all’impatto.
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Le dinamiche dell’incidente e i risultati dell’inchiesta
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Come da programma, il volo 311 decollò dall’aeroporto di Bangkok alle ore 10:30 locali con atterraggio a Kathmandu previsto per le 12:55. Dopo aver sorvolato la volta nepalese, i comandanti intercettarono la torre di controllo (ATC) per l’autorizzazione all’approccio strumentale da sud per la pista 20, denominato “Sierra VOR Avvicinamento in cerchio” per la pista 02. Il primo problema tecnico fu segnalato pochi minuti dopo, quando l’Airbus chiese alla torre del traffico aereo una deviazione per Calcutta, in India.
Tuttavia, la cabina di pilotaggio annullò la richiesta e continuò la rotta per dare avvio all’approccio Sierra. In merito, il comandante Preeda Suttimai, 41 anni, e il primo ufficiale Phunthat Boonyayej, 52 anni, avevano ripetutamente chiesto all’ATC le condizioni meteorologiche e la situazione di potenziale visibilità/windshear attorno alla stazione di destinazione per effettuare la manovra nel migliore dei modi. La torre di controllo rispose semplicemente che la pista 02 era disponibile.
Nonostante all’interno del cockpit vi fossero ben 12 assistenti di volo, la maggior parte della comunicazione con la torre di controllo fu decisamente ambigua e fuorviante anche a causa di problemi di mediazione linguistica e inesperienza da parte dell’aviatore, tirocinante al nono mese di servizio. I contatti furono decisamente frustranti e alla mancata autorizzazione alla virata di sinistra, il capitano girò a destra, scendendo a 11.500 piedi e effettuando un’ulteriore virata di 360 gradi in direzione nord dell’aeroporto.
Qualche minuto prima dell’impatto, nella cabina di pilotaggio suonarono gli allarmi di prossimità al suolo (GPWS): l’aeromobile precipitò sulla fiancata rocciosa di una montagna a una trentina di chilometri da Kathmandu. L’impatto fu geolocalizzato nella remota aera del Langtang Parco nazionale a una quota di 3.500 metri. L’incidente provocò la morte di tutte i 113 occupanti. Il caso fu affidato agli investigatori dell’autorità aeronautica nepalese, con la supervisione della compagnia dell’Airbus e all’agenzia del Transportation Safety Board of Canada.
La commissione d’indagine appurò il fattore contribuente all’incidente nell’errore da parte del pilota e in una lieve anomalia nel funzionamento dei flap interni.