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Scomparsi | Alessandra Sandri: le violenze, una registrazione e un corpo mai trovato

Alessandra Sandri è scomparsa da Bologna il 7 aprile del 1975: le indagini fecero emergere un’agghiacciante verità fatta di violenze ed abusi.

(screenshot Chi l’ha visto?)

Una pioggia incessante batteva su Bologna il 7 aprile del 1975. Come se il cielo sapesse già cosa sarebbe accaduto: quelle gocce si sarebbero trasformate in lacrime per una famiglia del capoluogo emiliano, i Sandri. Da quel giorno si sarebbero trovati a fare i conti con una delle più grandi tragedie che potesse colpirli.

Quella mattina Marisa Balduini, come di consueto, si recò alla fermata del tram insieme alla figlioletta Alessandra, che tutti chiamavano Sandra. La piccola di soli 11 anni scese in via Farini, la fermata della scuola, la madre invece proseguì il tragitto per andare a lavoro. Quella fu l’ultima volta che le due si videro. Ma cosa successe alla bambina? Quello che emerse nel corso delle indagini segnò indelebilmente la famiglia.

Alessandra Sandri scomparsa da Bologna il 7 aprile del 1975

Un saluto e la promessa di vedersi a casa più tardi. Queste le ultime parole che madre e figlia si scambiarono, ignare del fatto che però il destino aveva in serbo per loro ben altro.

Alessandra Sandri (screenshot Chi l’ha visto?)

Alessandra Sandri, scese dal tram in prossimità della sua scuola e lì incontrò un’amica con la quale sarebbero dovute entrare insieme nell’edificio. Ma Sandra quella mattina le disse di aspettare un attimo, che si sarebbe allontanata solo qualche minuto. In realtà non fece mai più ritorno. Le ricerche vennero ben presto attivate, ma sin da subito iniziò ad emergere un quadro inquietante fatto di abusi e violenze di cui la bambina era stata vittima.

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Secondo quanto ricostruito nel corso delle Indagini, Sandra alcuni mesi prima della scomparsa era stata molestata da due uomini. Non solo, una terza persona consegnò alla Polizia una registrazione all’interno della quale vi era registrata una conversazione intercorsa con la bambina la quale – con la voce rotta dal pianto- raccontava quanto le era accaduto. Due uomini di circa trent’anni l’avevano attirata in casa e dopo le avrebbero usato violenza. Uno di loro le disse che quando sarebbe cresciuta l’avrebbe sposata.

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La piccola Sandra fece nomi e cognomi, un elemento che consentì alla Procura di aprire un processo a loro carico. Processati, non scontarono neppure un giorno di carcere nonostante ammisero le loro colpe. Purtroppo le indagini non portarono a nulla, negli anni la madre della bimba disse che spesso ricevette telefonate anonime, ma una di queste la sconvolse in maniera particolare. Un voce, con ogni probabilità di una persona giovane, le disse che la figlia si trovava nei pressi di un fiume poco distante. In prossimità del corso d’acqua c’era un casolare che Sandra, purtroppo, conosceva. Pare, infatti, che lì i due uomini avevano abusato di lei. Nonostante le ricerche attivate anche con strumenti sofisticati non condussero al ritrovamento del corpo.

Le indagini subirono un lungo iter fatto di chiusure e riaperture. Poi nel 2010 una persona decise di farsi avanti rivelando di sapere che l’assassino della piccola Sandri era uno degli uomini che l’aveva violentata. Quest’ultimo, però, era ormai morto già da 10 anni.

Nel 2013 una svolta, la Procura di Bologna riaprì il caso dopo aver ricevuto una lettera anonima nella quale si faceva riferimento ad un uomo, Remo Soravia Gnocco. Anche quest’ultimo era entrato nella lunga lista delle persone scomparse nel febbraio del 1979. Svanì proprio nei pressi del fiume indicato alla madre di Sandra come luogo di sepoltura della figlia. All’epoca si pensò potesse essersi trattato di un suicidio, ma in seguito alle missive si aprì l’ipotesi che l’uomo potesse essere stato ucciso.

Secondo gli inquirenti, Gnocco poteva aver scoperto degli abusi e del nastro ed aveva poi minacciato i due uomini di denunciarli. Ma questi sono solo “se”. La penna anonima non si palesò mai alle autorità ed il caso tornò alla deriva. Nel 2015, poi, una nuova testimonianza. Una donna riferì di sapere dove era stato occultato il corpo della piccola. Del caso si occupò anche la redazione di “Chi l’ha visto?” la quale riuscì a raccogliere numerosi elementi utili, ma soprattutto fu proprio la trasmissione che negli anni ’90 fece ascoltare quel nastro in cui Sandra denunciava gli abusi subiti.

(vschmid-pocking da Pixabay)

Nonostante gli sforzi e gli appelli della famiglia, nessuno mai si fece avanti per donare alla famiglia quella verità tanto anelata. Alessandra Sandri è scomparsa nel nulla.

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