Scomparsi | Rosa Silla, la giovane svanita nel nulla da quasi 40 anni

Rosa Silla, conosciuta come Rosy, è scomparsa da Roma il 16 novembre del 1984: della giovane non si è più avuta alcuna notizia.

Rosa Silla
Rosa Silla (Chi l’ha visto?)

Rosa Silla nacque ad Addis Abeba, ma a soli 9 anni è costretta a lasciare il suo Paese natale ed a rifugiarsi in Italia a causa della guerra. Insieme a suo padre, cittadino italiano, e tre dei suoi nove fratelli, la piccola Rosy giunge nel Bel Paese. A soli 9 anni, lei e la sorellina Ermelinda vengono affidate alle cure di un istituto religioso.

Al compimento del 18esimo anno d’età, quest’ultima però lascia la struttura e si trasferisce a Roma. Pochi anni dopo nella Capitale arrivò anche Rosy la quale divenne ospite di Emanuela, una suora laica all’interno di una casa famiglia. Dopo aver conosciuto un ragazzo ed essere stata lasciata, la vita della giovane cambia radicalmente. A 18 anni lascia la struttura e da lì inizierà ad essere inghiottita in un vortice che l’ha condotta a sparire nel nulla.

Rosa Silla scomparsa da Roma il 16 novembre del 1984

Una delusione d’amore che forse Rosy non ebbe mai la fortuna di superare. Una storia d’amore che nella ragazza causò uno scompenso interiore tale da aprirle una ferita insanabile nel cuore. Un dolore che poco dopo venne acuito dalla perdita dell’amato padre.

Carabinieri
(bepsphoto – Adobe Stock)

Quest’ultimo lasciò alla figlia una piccola eredità, grazie alla quale la ragazza riuscì a rendersi autonoma. Tanto che a 18 anni salutò Emanuela, la suora laica che l’aveva ospitata all’interno della sua casa famiglia. Purtroppo, però, la giovane non si sa per quali ragioni mise i piedi in un baratro sconosciuto. Interruppe ogni rapporto con i suoi cari e nel 1984, quando avrebbe dovuto sostenere l’esame di maturità, non si presentò alla prova orale.

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Una notte i carabinieri chiamarono la sorella Ermelinda informandola che Rosy vagava in strada in stato confusionale. La donna si precipitò immediatamente in suo soccorso e la trovò provata sia nel corpo che nella mente. Era affetta da un’acuta forma di anoressia, pesava poco più di 30 chili e il suo sguardo completamente assente. Per farle intraprendere un percorso di guarigione, Rosy fu ricoverata per un lungo periodo, all’esito del quale il suo quadro sembrò nettamente migliorato.

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Aveva ripreso a frequentare la scuola e stava per completare il suo percorso di studi. Questo fino al 16 novembre del 1984, quando la ragazza uscì alla seconda ora a causa di uno sciopero. Avrebbe dovuto incontrare la sorella per fare shopping, ma a quell’appuntamento non si presentò mai. I compagni di scuola riferirono di averla vista per l’ultima volta al bar. Di lei da quel momento non si seppe più nulla.

Ad occuparsi del caso anche la redazione di “Chi l’ha visto?” la quale nel corso degli anni ha pubblicato numerosi aggiornamenti. Nel 2002 riferì che al bar – luogo in cui gli amici l’avevano vista prima che scomparisse- Rosy parlava con un uomo. Ermelinda all’epoca dei fatti si rivolse al gestore dell’esercizio per chiedere più informazioni su quella persona. Ma il titolare disse che pur trattandosi di un cliente abituale, da quella mattina non si era fatto più vedere.

All’indirizzo della trasmissione arrivò poi una segnalazione. Nel 2003 un ragazzo, dopo aver visto le foto di Rosy si sarebbe fatto avanti volendo rimanere anonimo. Il giovane disse che il 17 novembre del 1984 pioveva, decise di recarsi a Trastevere per vedersi con un amico, ma quest’ultimo aveva un impegno. Per tale ragione iniziò a passeggiare da solo. Venne incuriosito – riferì a “Chi l’ha visto?”- da quanto il livello dell’acqua del Tevere si fosse alzato. Pertanto decise di scendere verso l’argine del fiume, nei pressi di Ponte Sisto. Fu in quel momento che vide una ragazza lanciarsi nel fiume dopo aver lasciato la sua borsa su di una barca. Provò a salvarla ma la corrente era troppo forte, temeva che il Tevere avrebbe potuto trascinare anche lui. La Polizia Fluviale confermò che effettivamente nel novembre del 1984 furono due i corpi rinvenuti nel fiume.

Ma se quella fosse davvero Rosy? Una circostanza che non si può escludere in quanto quando accadono fatti del genere ed i corpi vengono recuperati spesso le autorità non riescono ad effettuare le identificazioni. Può essere anche, però, che il racconto del giovane sia vero ma che nessuno dei due corpi appartenesse a Rosy la cui salma ben avrebbe potuto essere stata trasportata anche a mare. Di certo vi è che la descrizione effettuata dal giovane parrebbe possedere caratteri di verità: alcune descrizioni coincidono, come quelle dell’abbigliamento della ragazza.

Tevere
(Getty Images)

Amici e parenti di Rosy, però, non si sono mai arresi all’idea che la ragazza fosse morta. Per loro la speranza è ancora viva. Purtroppo sta di fatto che da quel novembre di lei si è persa ogni traccia.

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