La tragedia ad alta quota risale 31 ottobre 1996, quando il Fokker F100 si schiantò poco dopo il decollo nei pressi di San Paolo.
Il disastro aereo del 31 ottobre 1996 riporta il nome TAM Airlines 402. Il volo di linea fu affidato al Fokker F100. Il giorno dell’incidente il velivolo regionale ad ala bassa partì dall’aeroporto di San Paolo-Congonhas con a bordo 95 occupanti, suddivisi in 89 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio. Destinazione finale: l’aeroporto di Rio de Janeiro. Quel giorno l’apparecchio biturbina non riuscì mai a toccare il suolo della stazione di arrivo e si schiantò alle ore 08:27 locali (UTC-3). L’impatto fu localizzato in prossimità di un’area residenziale poco dopo la manovra di decollo dall’aeroporto di partenza. L’origine della tragedia fu individuata in un guasto meccanico, con conseguente attivazione dell’inversore di spinta destro durante il decollo. L’impatto fu violentissimo e provocò la morte di tutti i 95 occupanti. Nell’incidente perirono altre 4 persone via terra, nella zona residenziale devastata dallo schianto del Fokker.
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Ai comandi del cockpit siedeva il 35enne José Antonio Moreno, con oltre 9 000 ore di esperienza di volo, di cui 3 000 su velivoli tipo Fokker F100. Accanto a lui vi era il 27enne Ricardo Luis Gomes, 4 000 ore di volo, 160 sul Fokker F100. A completare la squadra dell’equipaggio vi erano i 5 assistenti di volo.
Il problema si verificò a inizio volo, durante la manovra di partenza, quando l’aereo decollò dalla pista con entrambi i motori a piena potenza. Tuttavia, un guasto a un interruttore a bordo e un improvviso cortocircuito causarono il dispiegamento dell’inversore di spinta del motore destro: la combinazione dei due fattori fu fatale per tutti gli occupanti dell’apparecchio. Lo squilibrio di potenza provocò difatti prima una ripida virata verso destra durante l’avvio alla manovra di allontanamento dall’aeroporto di San Paolo-Congonhas.
In seguito, l’irreparabile: il sistema di sicurezza automatico interruppe l’alimentazione al motore con conseguente malfunzionamento dell’inversore di spinta; poi spostò la manetta del motore destro. Il pilota spense l’opzione dell’automanetta e spinse la leva del motore destro impugnandola con forza. In pochi attimi, l’incubo: il cavo del sistema di sicurezza si spezzò definitivamente. La combinazione del motore destro alla massima spinta inversa con la normale spinta del motore sinistro innescò un’irruenta virata dell’aeromobile verso destra e la conseguente ripida discesa al suolo.
La commissione d’indagine appurò l’ulteriore fattore contribuente dell’incidente nella scarsa competenza da parte della cabina di pilotaggio.
I membri dell’equipaggio non erano stati addestrati in situazioni anomale a bordo simili a quella del 31 ottobre 1996, probabilità considerata altamente remota secondo lo staff della compagnia aerea.
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