Letizia Teglia scomparve da Rivoli (Torino) il 30 agosto del 1995: il suo mistero si infittì ancor di più quando venne ritrovata un’audiocassetta.
Aveva 24 anni Letizia Teglia, quando venne inghiottita nel nulla il 30 agosto del 1995. Era una giovane ipovedente che lavorava come centralinista a Torino presso il Tribunale dei minori. Viveva in famiglia, a Borgaro Torinese ed aveva un fidanzato conosciuto presso l’associazione non vedenti.
Della ragazza si perse ogni traccia dopo essersi recata per una visita ginecologica all’ospedale di Rivoli. Temeva di essere incinta, ma la dottoressa che la visitò escluse tale circostanza.
All’epoca dei fatti alcuni testimoni riferirono di averla vista alla fermata dell’autobus, ma a seguito delle indagini condotte dagli inquirenti, tale circostanza non trovò alcun riscontro. Nessuno dei conducenti aveva visto a quell’ora Letizia. Il suo è un giallo che si infittisce ancor di più quando, ad anni di distanza venne rinvenuta un’audiocassetta dal contenuto sconcertante.
Era il 30 agosto del 1995, e come sempre Letizia salutò sua madre prima di andare a lavoro. Alla donna, però, disse di non aspettarla al solito orario, perché avrebbe ritardato.
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Intorno a mezzogiorno lasciò il suo ufficio, quello del Tribunale dei minori a Torino dove lavorava come centralinista. Alle 14, Letizia aveva un appuntamento in ospedale, a Rivoli, per una visita di controllo da una ginecologa. La giovane, nonostante l’handicap che l’aveva resa quasi cieca, era completamente autonoma. Lunghe passeggiate, escursioni. Conduceva una vita regolarissima e sembrava essere felice. Aveva anche un fidanzato, Daniele anch’egli non vedente e conosciuto proprio in una struttura frequentata da entrambi. I due uscivano spesso insieme, andavano a cena fuori e spesso lei si recava a prenderlo a lavoro.
Il giorno della scomparsa, la ginecologa che l’aveva visitata riferì agli inquirenti quanto accaduto. Intorno alle 15 venne comunicato alla ragazza che avrebbe dovuto attendere per più di un’ora. Una circostanza mal tollerata da Letizia, la quale rispose che per le 18:30 avrebbe dovuto far rientro a casa dove la attendevano i suoi genitori. Avrebbe, quindi, insistito per essere visitata ed in effetti è quanto accadde. Intorno alle 17:30 lasciò la struttura serena.
Poco prima effettuò due telefonate. Una al fidanzato Daniele, il quale in un primo momento riferì agli inquirenti che i loro rapporti ormai si erano raffreddati e che non la sentiva dal 21 agosto. Poi, dinnanzi alle evidenze ricordò quella chiamata, ma disse che le aveva ribadito le sue intenzioni di troncare la loro relazione. Un’altra, invece, ad una sua ex insegnante, una suora. Purtroppo, però, le due non parlarono mai in quanto la donna di Chiesa non era in casa.
Un vicino di casa della famiglia Teglia, riferì di averla vista alla fermata del bus di Borgaro, poco distante da casa alle 18:30. Fu praticamente lui l’ultimo a vederla, da quel momento il vuoto.
La famiglia presentò immediatamente denuncia di scomparsa non vedendola rincasare ed il magistrato dell’epoca, incaricato del caso, aprì un’indagine per omicidio. In particolare, le indagini si concentrarono su un singolare episodio. Pare che Letizia avesse accettato un passaggio da un uomo che disse di essere un carabiniere, ma che in realtà non lo era.
Le attività degli inquirenti si mossero su un ampio terreno, passando al vaglio amicizie e conoscenze della ragazza, anche quelle strette nell’ambiente dei non vedenti. La madre di Letizia, Angela Vortici, non abbandonò mai le speranze divenendo finanche presidente dell’Associazione Penelope – che si occupa di persone scomparse- per la regione Piemonte. La donna disse che non avrebbe mai rinunciato alla verità e che avrebbe continuato a lottare per la figlia. A trattare del caso anche la redazione di “Chi l’ha visto?” a mezzo della quale la famiglia ha lanciato numerosi appelli.
Le indagini proseguirono senza sosta eppure nessun risultato pareva emergere. La vera svolta si registrò molti anni dopo la scomparsa, precisamente nel 2007.
Venne rinvenuta, nel comò di Letizia, una vecchia cassetta al cui interno vi erano ben 90 minuti di registrazione effettuati dalla ragazza. Sull’etichetta un messaggio inquietante: “Ascolta subito, ascolta Emanuele”. Il contenuto era agghiacciante. Si trattava di una sorta di richiesta d’aiuto destinata ad un tale Vittorio Emanuele Sia. Fu lui a spiegare quali fossero i loro rapporti.
I due si conobbero durante il corso per centralinisti ed anche lui era non vedente. Insieme sarebbero stati tre anni durante i quali si sarebbero concessi anche qualche viaggio. Sia disse anche che Letizia era solita registrare la propria voce, un metodo che utilizzava per sfogarsi. La loro relazione si era interrotta da tempo, ma la 24enne aveva deciso di confessare proprio a lui quanto fosse accaduto.
In quella cassetta, rivenuta solo dopo anni – non si sa per quale motivo- Letizia parlava di uno stupro di cui era stata vittima. Raccontava i dettagli di cosa fosse successo, salvo poi precisare che si era trattato di un sogno. Ma sua madre, alla possibilità che fossero solo delle immaginazioni, non ha mai creduto. Quella specifica fatta da Letizia, era solo un modo – a suo dire, stando a quanto riportato da La Stampa– per non farla preoccupare qualora avesse trovato la cassetta. Secondo la madre, alcuni giorni precedenti la scomparsa la figlia aveva iniziato ad assumere strani atteggiamenti.
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In particolare si lavava di frequente, come se volesse lavare via dello “sporco” anche dalla sua anima.
Purtroppo della giovane Letizia Teglia non si ebbe mai più alcuna notizia. Della solare ragazza alla famiglia è rimasto solo il ricordo e la speranza, un giorno, di conoscere la verità.
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