Disastri aerei, volo Sukhoi 36801: 45 morti, 0 superstiti

La tragedia ad alta quota risale al 9 maggio 2012, quando il Sukhoi SSJ-100-95 si schiantò contro il Monte Salak.

 

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Il disastro aereo del 9 maggio 2012 riguarda il volo Sukhoi 36801. La rotta aerea fu affidata al Sukhoi SSJ-100-95. Il velivolo biturbina regionale, con numero registrazione RA-97004 e marchio 95004, avrebbe dovuto la volta indonesiana per effettuare il volo dimostrativo con decollo e rientro previsto nell’aeroporto di Halim Perdanakusuma, a Giacarta. Il giorno dell’incidente l’aeromobile trasportava 45 occupanti, suddivisi in 37 passeggeri, 6 membri dell’equipaggio e 2 membri della Sukhoi. Quel 9 maggio del lontano 2012 l’aereo non riuscì tuttavia a completare il giro di prova e precipitò su un fianco roccioso del Monte Salak.

L’impatto fu violentissimo: nessuno sopravvisse allo schianto. ll relitto fu individuato il giorno seguente ai piedi di una valle attorno al noto massiccio; mentre le salme delle vittime furono recuperate solo a partire dal 12 maggio. I cadaveri furono in seguito trasferiti all’aeroporto Halim Perdanakusuma per dare avvio alla procedura di identificazione. L’origine dell’incidente fu appurata in un errore umano del pilota con conseguente volo controllato contro il suolo.

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Il volo dimostrativo regionale era stato programmato con partenza alle ore 07:20 UTC (14:20 ora locale). Come da programma, il Sukhoi Superjet 100 abbandonò l’aeroporto di Halim Perdenakusuma all’ora prevista, con destinazione e rientro presso lo stesso aeroporto all’incirca dopo mezz’ora di volo. Quel giorno la fusoliera dell’apparecchio biturbina ospitava 46 occupanti, suddivisi in 37 passeggeri, 6 membri dell’equipaggio e 2 rappresentati dell’azienda aerospaziale russa Sukhoi. Tra i passeggeri si ricordano anche alcune figure di spicco e rappresentanti di note compagnie aeree indonesiane, quali AVIASTAR Mandiri, Batavia Air, Pelita Air Service e Sriwijaya Air.

I problemi iniziarono pochi minuti dopo il decollo. Alle ore 07:20 la comunicazione del cockpit asseriva ai controllori del traffico aereo dell’ATC (torre di controllo) di aver raggiunto un’altitudine di 10.000 piedi, con radiale 200 del VOR HLM. Alle 07:26 i comandanti chiesero l’autorizzazione di discesa a 6.000 piedi per consentire l’avanzamento a circuito orario. L’ultima registrazione data 07:32:26, orario del fatidico impatto contro il fianco roccioso del Monte Salak, vulcano ubicato nell’isola di Giava, alto circa 2211 metri. Secondo gli elementi d’indagine, 38 secondi prima del disastro l’aeromobile aveva lanciato nel cockpit l’allarme di prossimità al suolo; entrato in funzione, il Terrain Awareness and Warning System (TAWS) fu prontamente disattivato dai piloti a causa di un’osservanza che si rivelò mortale per tutti gli occupanti a bordo.

Il rapporto definitivo sull’incidente fu pubblicato il 18 dicembre 2012: la commissione d’indagine individuò il fattore contribuente al disastro nell’errore umano all’interno della cabina di pilotaggio. I piloti a bordo ignorarono il segnale di allarme di prossimità del suolo credendo fosse esito di un’errata configurazione del sistema.

 

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Nel corso della storia dell’aviazione, il Monte Salak è stato diverse volte coinvolto in tragici incidenti aerei. Il numero di vittime alle sue pendici è talmente elevato che il vulcano dell’isola di Giava è stato ribattezzato comecimitero degli aerei” dal media locale Jakarta Post.

 

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