La tragedia ad alta quota risale al 3 aprile 1996, quando il Boeing CT-43 si schiantò al suolo nei pressi di Canali.
Il disastro aereo del 3 aprile 1996 riporta il nome di United States Air Force 21. Il volo fu affidato a un Boeing CT-43, un’estensione del Boeing 737-200, velivolo appartenente all’aeronautica militare degli Stati Uniti d’America. L’aeromobile di linea bireattore, con marchio di registrazione 73-1149 e codice identificativo IFO 21, fu prima progettato come T-43A per eseguire missioni e addestramenti alla navigazione e in seguito ricablato in CT-43 come volo di linea passeggeri.
La rotta avrebbe dovuto collegare Zagabria e Ragusa, in Croazia, passando per i rispettivi aeroporti internazionali di Zagabria-Franjo Tuđman e Dubrovnik, con scalo tecnico programmato a Tuzla, in Bosnia Erzegovina. Quel giorno il velivolo partì con a bordo 35 occupanti, suddivisi in 29 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio. L’origine dell’incidente fu appurata in un errore umano all’interno del cockpit e al maltempo, con conseguente volo controllato al suolo. L’aereo non raggiunse mai la stazione di destinazione perché si scontrò nei pressi di Canali, a circa 16 chilometri dall’aeroporto di Dubrovnik. Nessuno sopravvisse all’impatto.
NON PERDERTI ANCHE >>> Disastri aerei, Volo Santa Bárbara Airlines 518: 46 vittime
Le dinamiche dell’incidente e l’esito dell’inchiesta
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Disastri aerei, volo Sukhoi 36801: 45 morti, 0 superstiti
I problemi si verificarono alle 14:52 locali, orario della perdita dei contatti tra la torre di controllo di Ragusa (ATC) e il Boeing 737. Le operazioni di ricerca hanno mobilitato un’ampia squadra tra elicotteri e aerei appartenenti alla base militare di Brindisi. L’inchiesta si soffermò in un tratto di Mare Adriatico. Il rapporto ufficiali riferì la posizione del relitto: l’aereo fu localizzato 4 ore dopo l’ultima comunicazione con l’ATC, sul fianco della collina di San Giovanni, a circa 2,6 chilometri a nord-est dalla rotta di avvicinamento all’aeroporto di destinazione.
L’impatto fu violentissimo e provocò la completa distruzione dell’apparecchio, esclusa la sezione di coda. La tragedia causò la morte di tutti i 35 occupanti dell’aereo, tra questi anche l segretario al Commercio degli Stati Uniti d’America Ron Brown e il direttore della redazione tedesca del New York Times Nathaniel C. Tra i rottami fu prelevata un’hostess di bordo. Ancora in vita, ma con ferite gravi agli arti e alla colonna vertebrale, la donna non ce l’ha fatta ed è morta durante il trasferimento in ospedale. Dall’analisi della scatola nera la commissione d’indagine appurò il fattore contribuente all’incidente al maltempo e all’errore umano da parte del comandante Davis, con conseguente volo controllato nel suolo.
Altri fattori contribuenti furono individuati nelle carte aeronautiche non aggiornate e assenza di adeguati strumenti di assistenza all’atterraggio.