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Interviste

Awed a Yeslife: “Vi racconto la mia Isola..Perchè mi chiamo cosi? Vi dico tutto…” – VIDEO

L’ultimo vincitore dell’Isola dei Famosi’ è stato ospite ai microfoni di Yeslife ai quali ha raccontato la sua esperienza e non solo.

 

L’intervista Video ad Awed

 

 

Ciao Awed, benvenuto su Yeslife. Parlaci un po’ di te, com’è iniziata la tua carriera su Youtube?

“E’ iniziata molto tempo fa, l’anno prossimo sono dieci anni che faccio video su Youtube e sembra essere passata un’eternità. Ho iniziato in classe con i compagni di banco , così per divertimento, per scherzo e per gioco e poi più si andava avanti più ho creduto nelle potenzialità che potesse avere internet a lungo andare e diciamo che mi sono messo in proprio e ho iniziato a fare video da solo. Fondamentalmente come tutte le cose: nascono per scherzo, nascono per divertimento e poi il destino ha voluto che si siano messe meglio”.

Secondo te, a cosa devi il tuo successo?

“Mah, succcesso è un parolone perché secondo me su internet non si parla mai di successo ma di visibilità. Senza ombra di dubbio ho un elevato seguito, soprattutto tra i giovani, ma credo che in un modo o nell’altro la cosa che mi differenzia dagli altri tipi di creator che ci sono in giro su internet è la mia battuta pronta, il fatto di avere sempre la risposta giusta al momento giusto, il fatto di essere sempre sul pezzo. Quindi secondo me questi tre aspetti mi caratterizzano e quantomeno su internet mi rendono unico”.

Il nome Awed da dove deriva?

“Mi fa sempre molto ridere perché volete raccontare storie incredibili sul mio nome, volete sempre trovare una storia strappalacrime e invece no.. Semplicemente abbassando lo sguardo sulla tastiera possiamo renderci conto che A-W-E-D sono quattro lettere molto vicine. Non avendo la benché minima idea di quale nome utilizzare perché ogni volta che devi scegliere un nickname da utilizzare su internet ti fai mille paranoie. Vorresti un nome che sia forte, che sia fico, in realtà non mi veniva in mente nessun tipo di nome allora ho cliccato quattro tasti consecutivi sulla tastiera ed è uscito il nome Awed. Nessuna storia incredibile”.

Parliamo ora dell’Isola dei famosi’. Quando ti è stato chiesto di partecipare al reality, qual è stato il primo pensiero che hai avuto?

“Che si saranno sbagliati, mi avranno scambiato per qualcun altro. Perché il programma è ‘L’Isola dei Famosi’ e io con i famosi non c’entro assolutamente niente. Però, scherzi a parte, ho capito sin da subito che poteva essere un’importantissima vetrina e opportunità. Realizzando, ormai, da dieci anni video su internet, avere la possibilità di far parte di un reality di punta, nazionalpopolare, che insieme al ‘Grande Fratello’ è quello principale con un grandissimo seguito, mi avrebbe dato una visibilità non indifferente soprattutto ad un pubblico che tende a non conoscermi perché parlando sempre ad un pubblico di ragazzi avere la possibilità di farmi conoscere per quello che sono e per quello che so fare anche ad un pubblico di persone molto più grande è stato molto stimolante. Diciamo che l’ho presa come una sorta di provino dove potevo mettere in gioco tutte le mie carte. Il mio più grande obiettivo era andare in tv e far vedere che ero in grado di far ridere. Era questa la mia missione.”.

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In che modo ti facevi coraggio per resistere sull’Isola?

“Sull’Isola ti fai coraggio da solo. E’ un viaggio dentro te stesso perché è tanto introspettivo. Inizi a scavare dentro di te e arrivi in posti dove non ti sei mai spinto. E’ molto terapeutco, è come una seduta dallo psicologo dove ti fai domande ma le risposte devi dartele per forza da solo. Ti fai forza dalle motivazioni, ricordandoti da dove sei partito, da quanto ci hai sperato di poter fare grandi cose e magari il reality poteva essere a tutti gli effetti una sorta di strada di mezzo che poteva poi condurti ad altro. Quindi diciamo che la forza te la dai da solo, trovi tante motivazioni dentro te stesso magari trovando forza nel tuo passato”.

Awed – Isola dei Famosi 2021 – 78 giorno (foto)

C’è un aneddoto che hai vissuto sull’Isola che ci vuoi raccontare?

“Gli aneddoti più belli ce li ho sempre con Paul Gascoigne che è diventato uno dei miei migliori amici ma direi che la metà di questi non si possono nemmeno raccontare. Vedere che si nascondeva dagli altri semplicemente perché voleva prendere il sole nudo me lo porterò sempre nel cuore soprattutto quando mi ha obbligato a spalmargli della crema sul suo dietro. Posso dire che ho spalmato la crema solare sul didietro di un grandissimo campione, un onore per me”.

Invece oltre alla fame qual è stata la cosa più difficile vissuta lì?

“Gli aspetti più difficili sono due: il fatto che, in un modo o nell’altro, stai sempre a stretto contatto con i tuoi pensieri ogni giorno e tendi a riflettere non avendo distrazioni come cellulari tv e quant’altro. Stai sempre solo con te stesso e quando i pensieri prendono la meglio possono diventare molto pericolosi e poi un fattore molto importante era il tempo che non avendo distrazioni non trascorreva mai, a casa nella routine quotidiana che ognuno di noi è indotto a trascorrere, le giornate passano invece lì erano lunghissime. Se il reality è durato 85 giorni, percepiti sono stati almeno il doppio.”

Tre aggetivi con i quali riassumere Awed?

“Imprevedibile, umano e sfaticato anzi procrastinatore, a livello agonistico”.

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Ti sono rimaste delle paure quando sei tornato a casa dopo la tua esperienza in Honduras?

“Di meno, sono entrato che ero ipocondriaco e pieno di ansie. A Milano mi facevo prendere, in quelle notti strane, da attacchi di panico e ipocondria e mi spaventava tantissimo l’idea di andare su in’isola deserta e combattere con queste. Penavo che lì uscissero fuori dandomi problemi non indifferenti e invece un po’ perché convivi con altre persone, un po’ perché hai tantissimi problemi per la testa che tendi a non pensare a quelle stupide ansie e paranoie. In un modo o nell’altro l’Isola mi ha aiutato a debellare e disintossicarmi di quelle piccole paure mentali, date dalla mia ipociondria che ora che sono uscito mi sto vivendo molto meglio. Mi sono disintossicato, è stato quasi terapetico”.

Qual è stato il ricordo più bello e quale quello più brutto?

“Senza ombra di dubbio il più bello è stato quando sono stato proclamato vincitore perché del tutto inaspettato. Fino all’ultimo ci speri ma non ci credi perché nessuno credeva realmente di poter vincere, un conto partecipare un conto credere di vincere. Il più brutto c’è stato intorno al quarantesimo giorno quando avevo seriamente intenzione di abbandonare perché mi ero reso conto del deperimento mio fisico e non riuscivo a trovare motivazioni che mi portassero avanti quindi questo è il più brutto ma senza di esso non mi sarei poi ripreso per arrivare alla fine. Mi ha dato lo sprint per l’accelerazione finale”.

Awed (foto)

La rifaresti questa esperienza?

“No, mai. Sarebbe semplice col senno di poi, dopo la vittoria, dire che lo rifarei ma no, è stata troppo tosta. Ho capito che non sono una persona in grado di patire la fame, non sono in grado di stare solo coi miei pensieri e ad oggi detto così, senza peli sulla lingua, è un’esperienza che non rifarei”.

Ora che sei tornato in Italia, quali sono i tuoi progetti e i tuoi sogni nel cassetto?

“Sull’Isola pensi tanto, anche a quello che vuoi fare fuori. Di sicuro continuo con il mondo di internet. Mi piacerebbe molto viaggiare e raccontare storie in gio per il mondo. A livello artistico sono appassionato di stand-up comedy americane e il mio sogno nel cassetto è fare il comico da grande. Mi piacerebbe realizzare una tourneé teatrale in modo da portare i ragazzi a teatro perché secondo me è una cosa bellissima sia per me che per loro. E poi mi affascina molto il mondo della conduzione, mi piacerebbe condurre un giorno devo però arricchire il mio dizionario. Più avanti, magari, se si presenterà qualche occasione di sicuro non mi tirerò indietro”.

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