A causa dell’aumento dei contagi e del dilagare della variante Delta alcune regioni potrebbero lasciare la zona bianca e passare in gialla.
I numeri non sono rincuoranti. Dopo settimane di drastico calo della curva epidemiologica sono tornati a risalire i casi di contagio, complice di certo la diffusione della variante Delta. Sarebbero, per tale motivo, ben 4 le regioni a rischio passaggio in zona gialla.
Sicilia, Campania, Marche e Abruzzo potrebbero salutare la zona bianca e passare in gialla. Questo il rischio considerando l’attuale quadro epidemiologico.
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Purtroppo la variante Delta galoppa in tutto il Vecchio Continente e la curva ha registrato una significativa risalita. Secondo i modelli previsionali è possibile che in Italia, la mutazione per la prima volta scoperta in India, sostituirà la Alfa entro agosto. Una circostanza che non poco preoccupa le autorità ora a lavoro per cercare di scongiurare il peggio.
Secondo i parametri in vigore, con i numeri attuali sarebbero quindi ben quattro le regioni a rischio zona gialla. In particolare a poter determinare il passaggio l’incidenza dei casi che se dovesse superare i 50 ogni 100mila abitanti implicherebbe la transizione. Elemento che va letto in uno all’indice di contagio ed al superamento della soglia critica nei reparti di terapia intensiva.
Eppure – riporta Il Sole 24 Ore– il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri si sarebbe detto scettico su di un eventuale passaggio in zona gialla. Il rischio, ha affermato, ci sarebbe ma non va assolutamente letto come una certezza. Così come non serve allarmismo su un eventuale ritorno alle chiusure.
Il viceministro ai microfoni di 24 Mattina avrebbe altresì aggiunto una propria valutazione sulla variante Delta che a suo avviso diverrà prevalente ancor prima del previsto.
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Nonostante le rassicurazioni, però, le regioni sono già sul piede di guerra e chiedono una modifica dei parametri considerando che le terapie intensive sarebbero ben sotto la soglia. La richiesta è, dunque, quella di dar maggior peso a tale variabile in forza dell’andamento della campagna vaccinale che ha effettivamente mutato lo stato di fatto.
Per il Ministro Roberto Speranza, però, una modifica in tal senso – almeno al momento- sarebbe fuori discussione. Bisogna procedere con i piedi di piombo.
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