L’Italia ha trionfato agli Europei 2020. Fabio Caressa, telecronista di Sky, ha svelato dei retroscena inaspettati in merito alla finalissima: cosa è successo davvero a Wembley
Ieri notte, milioni di tifosi azzurri sono scesi in piazza per celebrare la vittoria della nazionale a Wembley. L’Italia, dopo una partita sofferta finita ai rigori, ha battuto sul 3 a 2 l’Inghilterra, che giocava in casa supportata da un tifo senza dubbio maggiore. Gli azzurri, forti degli insegnamenti di Roberto Mancini, hanno riportato il trofeo a Roma, dove mancava da ben 53 anni. Si è trattato di un traguardo straordinario per l’Italia, che Fabio Caressa, noto telecronista di Sky, non poteva evitare di commentare. Scopri tutti i retroscena del match che ha stupito l’intera Europa.
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Fabio Caressa e i retroscena inaspettati: cosa è successo davvero a Wembley
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Attraverso una diretta effettuata tramite Instagram, Fabio Caressa, celebre telecronista sportivo di Sky, ha fornito agli utenti ulteriori dettagli in merito alla finalissima degli Europei 2020. Il commentatore, presente allo stadio di Wembley, ha ammesso di aver provato delle emozioni fortissime durante l’esecuzione dell’inno italiano. “Ragazzi, quando hanno cantato l’inno avevo la pelle d’oca” – ha esordito Caressa, ancora visibilmente emozionato – “Il rumore di fondo non vibra come quando viene cantato l’inno: in quel momento le sedie tremavano. Una cosa straordinaria“.
Il marito di Benedetta Parodi si è poi dilungato in merito alle vere ragioni che hanno portato l’Italia a trionfare sul suolo inglese. “Questa nazionale ci ha insegnato qualcosa. Non eravamo abituati ad una nazionale che giocasse in gruppo ma che riuscisse anche ad esprimere un bel gioco“, ha spiegato Caressa, puntualizzando sull’unione e sulla solidarietà nate tra i membri della squadra. “Tutti hanno giocato per l’obiettivo finale, nessuno ha giocato per se stesso“, ha concluso il telecronista, immensamente fiero del risultato degli azzurri.
Per il marito di Benedetta Parodi la gioia è ancora troppa ed indescrivibile. Il vero motore degli azzurri, a detta di Caressa, è stato proprio lo spirito di squadra: uno spirito che, se alimentato nella giusta maniera, li porterà sicuramente lontani.