Altri 6 decessi si sommano alle 26 vittime confermate nel primo bollettino: l’annuncio del presidente Cyril Ramaphosa.
Non si arresta la violenza in Sudafrica all’indomani dell’arresto di Jacob Zuma. Ancora una volta l’ex presidente del Paese è stato considerato colpevole di frode: il giudizio va ad aggiungersi a una lunga lista che conta almeno 738 capi d’accusa relativi ad attività illegali quali riciclaggio di denaro, traffici illeciti ed evasione fiscale. Lo scorso giovedì 8 luglio, il politico del Sudafrica si è consegnato alle autorità: l’ultima condanna prevede 15 mesi di carcere per resistenza alla commissione d’indagine anti-corruzione sotto il suo mandato presidenziale. La decisione della Corte Suprema ha infiammato l’intero Paese.
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Oltre a non essere stata ben accolta dai sostenitori pro-Zuma, la decisione della Suprema Corte di Appello ha provocato profonde divisioni all’interno dell’ANC (Congresso Nazionale Africano), il partito di Nelson Mandela. La tensione si è estesa anche per le strade del Sudafrica, epicentro dalla sera dello scorso giovedì di numerose violenze e saccheggi. Tra i dettagli riportati dai media spicca l’ondata di disordine perpetrata nei giorni successivi alla consegna di Jacob Zuma alla polizia e al suo trasferimento all’Estcourt Correctional Centre.
Stando a quanto si legge nei notiziari la sommossa era incontrollabile e sembrava non fermarsi neanche di fronte ai primi schieramenti dell’esercito. Le foto e i video che circolano in rete mostrano immagini scioccanti: tra negozi saccheggiati, vetri rotti e vetture bruciate corrono folle compatte e disordinate per recuperare televisori giganti, biciclette, sedili da scrivania, pannolini, lattine… evidente dimostrazione di un Paese sull’orlo di una grave difficoltà economica oltre che sociale, acutamente inasprita dall’emergenza pandemica.
Il bollettino iniziale delle proteste e dei saccheggi segna 26 vittime, un numero che è salito col passare dei giorni. A seguire l’ultimo aggiornamento confermato questo martedì (13 luglio) dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa.
L’ultimo bilancio segna 32 morti e 800 arresti: la notizia è stata annunciata dal presidente Cyril Ramaphosa a Johannesburg, città più popolosa e capitale economica del Paese.
Fonte: The Guardian
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