La tragedia ad alta quota risale al 16 febbraio 2000, quando il Douglas DC-8 precipitò in una discarica poco dopo il decollo.
Il disastro aereo del 16 febbraio 2000 coinvolse un Douglas DC-8. Al velivolo di linea cargo quadrimotore fu affidato il volo Emery Worldwide 17 e, come da programma, il percorso ad alta quota avrebbe dovuto sorvolare la volta degli USA passando dall’aeroporto di Reno-Tahoe, Reno, a quello di Dayton-James M. Cox, Dayton, con scalo intermedio a Sacramento-Mather, Sacramento. La rotta aerea era difatti un viaggio cargo nazionale adibito al trasporto merci nel territorio degli Stati Uniti d’America.
LEGGI ANCHE >>> Disastri aerei, Volo SilkAir 185: 104 vittime, 0 superstiti
I membri dell’equipaggio e le dinamiche dell’incidente: nessun superstite
Visualizza questo post su Instagram
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Disastri aerei, incidente Douglas DC-6 dell’ONU: 16 morti, 0 superstiti
Il Douglas DC-8 non riuscì mai a toccare il suolo della stazione di destinazione: il volo divenne in breve tempo incontrollato e l’aereo finì per schiantarsi in una discarica poco dopo il decollo. L’impatto fu violentissimo e provocò la morte di tutti gli occupanti a bordo: i 3 membri dell’equipaggio. La squadra all’interno della cabina di pilotaggio era composta dal pilotae Kevin Stables, 43 anni e 13 329 ore di esperienza di volo, di cui 2 128 ore su velivoli di tipo DC-8; dal primo ufficiale George Land, 35 anni e 4 511 ore di volo, di cui 2 080 sui DC-8; e infine dall’ingegnere di volo Russell Hicks, 38 anni e 9 775 ore di volo, di cui 675 sui DC-8.
I problemi a bordo si verificarono sin dall’inizio, quando l’aeromobile intraprese la manovra di virata verso sinistra. Appena lasciata la pista dell’aeroporto di Reno-Tahoe, l’aereo diede immediati segnali di cedimento: prima con la diminuzione della spinta dei motori, poi con l’attivazione dello stick shaker, il segnale del pericoloso stallo aerodinamico. Alla conseguente dichiarazione di emergenza da parte del comandante il Douglas DC-8 iniziò oscillare in maniera irregolare con alternata diminuzione e aumento dell’angolo di attacco. In seguito, l’incubo: l’aeromobile iniziò a perdere quota.
A seguire, la cabina di pilotaggio dichiarò ripetutamente alla torre di controllo la situazione di emergenza, con la presenza di un “problema estremo” a bordo. In seguito, il Ground Proximity Warning System (GPWS) avvertì l’avvicinamento al suolo. Alle 19:51, l’ala sinistra impattò contro uno sfasciacarrozze. Il velivolo precipitò e si schiantò in una discarica, colpendo centinaia di vetture. L’impatto fu violentissimo e provocò la rottura dei serbatoi di carburante con conseguente incendio dell’aereo; nessun sopravvissuto.
Il caso fu affidato alla National Transportation Safety Board (NTSB), la cui commissione d’indagine appurò il fattore principale del disastro nel disacco dell’equilibratore destro durante il decollo a causa di un errore di manutenzione.