Robot agricoli, un bene o un male per l’ambiente? Le due facce della medaglia

Tecnologia e progresso, un binomio indissolubile: ma è sempre così? Si pensi al caso dei robot agricoli, passo in avanti oppure no?

Robot Agricoli
(Es sarawuth – Adobe Stock)

Ogni nuova scoperta in ambito tecnologico rappresenta per l’uomo un passo in avanti nel progresso. La robotica ne è l’emblema: macchine altamente sofisticate sono in grado di fornire il loro significativo apporto alle attività lavorative le quali divengono di certo maggiormente produttive.

Ma è un discorso assolutistico? Può dirsi questo anche dei robot agricoli che grazie all’intelligenza artificiale aiutano i contadini nella cura dei raccolti? La risposta non sarebbe così scontata secondo la redazione del Sustainability Times.

Robot agricoli, non è tutto oro quello che luccica

I robot potrebbero segnare un vero punto di svolta in ambito agricolo. A sostenerlo il professore tedesco Thomas Daum.

Foresta
(Getty Images)

Potrebbero essere i pionieri di quell’ecologia tanto anelata, in grado di coltivare prodotti totalmente bio senza invadere gli spazi della fauna autoctona. Attraverso il loro impiego, infatti, gli agricoltori potrebbero portare avanti attività delicate come la concimazione e lo spargimento da diserbanti in maniera totalmente mirata senza intaccare l’ambiente circostante.

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I robot grazie ai loro minuziosi congegni sarebbero molto più precisi della mano umana ed ad esempio, spruzzare biopesticidi esclusivamente dove serve. O ancora attraverso dei laser chirurgici eliminare solo erbe malevole. In questo modo l’habitat delle api impollinatrici non verrebbe corrotto e le falde acquifere esenti da contaminazioni.

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Eppure, il quadro non sarebbe tutto connotato dall’idillio. Se da un lato, riporta il Sustainability Times, la visione del professor Daum descrive una situazione in cui i robot verrebbero impiegati per far del bene non di certo può ignorarsi l’altra faccia della medaglia. Si pensi a chi, invece, decidesse di avvalersi di megarobot per un’agricoltura intensiva. Uno scenario catastrofico fatto di sfruttamento delle risorse e di distruzione della biodiversità.

Un’ipotesi non così remota considerando che l’esperienza insegna. Già perché l’uomo quando tra le mani ha un oggetto da un lato potenzialmente devastante ma al contempo salvifico, tende sempre a propendere per il lato oscuro.

Giganti macchine potrebbero, quindi, essere utilizzate per monopolizzare i terreni e demolire l’ambiente circostante. Considerata la mole, inoltre, rischierebbero di infettare con i pesticidi l’intero sistema. Una piaga anche per la fauna che verrebbe decimata se non proprio annientata.

Le prospettive della tecnologia sono quindi due facce della stessa medaglia. Per non parlare poi del fatto che gli agricoltori meno forti economicamente potrebbero essere schiacciati dalle multinazionali in grado di acquistare robot più performanti.

Foresta
(Valiphotos – Pixabay)

Attualmente a propendere verso un uso ponderato sarebbe l’Europa, mentre zone come gli Stati Uniti sarebbero più tendenti a creare scenari apocalittici.

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