La tragedia ad alta quota risale al 28 novembre 1987, quando il Boeing 747-244BM Combi precipitò nell’Oceano Indiano.
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Il disastro aereo del 28 novembre 1987 riporta il nome di South African Airways 295. Il volo di linea passeggeri internazionale era stato programmato per decollare dall’aeroporto internazionale di Chiang Kai-shek, Taiwan, all’aeroporto Internazionale O.R. Tambo, Sudafrica, con scalo intermedio alla stazione di Sir Seewoosagur Ramgoolam, Mauritius. La rotta aerea fu affidata al Boeing 747 244BM Combi. L’aeromobile partì con a bordo 159 occupanti, suddivisi in 140 passeggeri e 19 membri dell’equipaggio.
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Quel giorno il velivolo non riuscì mai a toccare il suolo dell’aeroporto di destinazione: l’aereo a fusoliera larga quadrigetto – marchio ZS-SAS e numero di serie 22171 – subì un incendio nella stiva durante la fase di crociera, con conseguente cedimento della struttura mezz’aria. L’impatto fu localizzato ad est di Mauritius, nelle acque dell’nell’Oceano Indiano. L’impatto fu violentissimo e provocò la morte di tutti i 159 occupanti. Ai comandi della cabina di pilotaggio sedeva il pilota Dawie Uys, 49 anni, 13 843 ore di esperienza di volo. Al suo fianco, il primo ufficiale 36enne David Attwell, 7 362 ore di volo, e il secondo ufficiale 37enne Geoffrey Birchall, 8 749 ore di volo. L’equipaggio era al completo con gli ingegneri di volo Giuseppe “Joe” Bellagarda, 45 anni e 7 804 ore di volo, e Alan Daniel, 34 anni e 1 595 ore di volo.
I problemi iniziarono intorno alle 15:55, quando all’improvviso, durante il volo, probabilmente durante l’inizio della manovra di avvicinamento, nella stiva dell’aeromobil esplose un catastrofico incendio e le fiamme divamparono in breve tempo lungo l’intera sezione di carico del ponte principale. La violenta deflagrazione distrusse diversi dispositivi elettrici a bordo, con conseguente perdita delle comunicazioni e volo incontrollato. Lo schianto fu registrato intorno alle 00:07 UTC (04:07 ora locale), quando la struttura del Boeing si disintegrò a mezz’aria e precipitò nell’Oceano Indiano, a circa 245 chilometri dall’aeroporto.
L’operazione di salvataggio mobilitò un’ampia squadra di soccorritori. Durante la fase di ricerca delle scatole nere fu ritrovato un solo registratore alla profondità di 4 900 metri.
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