La tragedia ad alta quota risale al 3 luglio 1988, quando l’Airbus A300B2-203 fu colpito da un missile terra-aria.
La tragedia ad alta quota del 3 luglio 1988 è stata registrata nell’archivio dell’aviazione come l’incidente aereo più grave della storia con velivolo A300, nonché l’ottavo più grande per numero di vittime. Queste furono 290, vale a dire tutti gli occupanti a bordo: la documentazione presentata dall’Iran alla Corte di Giustizia riporta precisamente 274 passeggeri e 16 membri dell’equipaggio. La rotta aerea nazionale, affidata all‘Airbus A300B2-203, era stata programmata per sorvolare la volta dell’Iran passando per gli aeroporti di Teheran-Mehrabad, Teheran, e Dubai, con scalo previsto a Bandar Abbas.
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Dinamiche dell’incidente ed esito dell’inchiesta
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Ai comandi della cabina di pilotaggi sedeva il comandante Rezaian Mohsen. Quel giorno l’aereomobile decollò da Bandar Abbas alle ore 10:17 (UTC +03:30) con un ritardo di 27 minuti. L’autorizzazione da parte della torre di controllo fu immediata: il velivolo procedette lungo l’aerovia Amber 59 verso Dubai.
Secondo le ricostruzioni, l’Airbus A300B2-203 stava sorvolando lo Stretto di Hormuz quando fu improvvisamente colpito da un missile terra-aria lanciato dall’incrociatore USS Vincennes (CG-49) appartenente della US Navy, con conseguente distruzione della struttura e uccisione di tutti i 290 occupanti: tra questi anche 66 bambini. Vincennes stava sorvolando lo stretto di Hormuz quando il suo elicottero fu colpito da una nave militare iraniana. Vincennes continuò l’inseguimento dell’imbarcazione nemica nelle acque iraniane fino al momento dell’incidente, quando lanciò due missili terra-aria SM-2MR alle ore 10:24, pensando di colpire un aereo militare nemico. Colpito alla coda, un’ala dell’Airbus esplose in volo, provocando la morte di tutte le persone a bordo.
Il disastro aereo generò un’ingente quantità di controversie e polemiche negli Stati Uniti: da una parte il governo degli Stati Uniti asseriva la tesi dello scambiò dell’A300 per un caccia F-14 Tomcat dell’Aeronautica militare iraniana da parte dell’equipaggio del Vincennes; dall’altra parte il governo iraniano puntava il dito contro il Vincennes, colpevole di aver abbattuto intenzionalmente il volo di linea nazionale passeggeri. Il comando militare statunitense e il comandante del Vincennes furono accusati di inosservanza attitudinale e comportamento aggressivo in area considerata “pericolosamente sotto tensione“. Le autorità statunitensi espressero profondo rammarico per la perdita di vite umane, ma non ammisero alcuna colpevolezza in merito.
Il Ministero degli Esteri iraniano Ali Akbar Velayati chiese il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti di condannare gli Stati Uniti: nel rapporto ufficiale l’attacco terra-aria da parte del Vincennes è stato definito “un atto criminale, un’atrocità e un massacro.”